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Governance territoriale; De Filippo: relazione forte e virtuosa tra il centro e la periferia

Dalla soppressione delle Comunità montane a un modello di governance territoriale che esalti le potenzialità dei territori in una relazione più forte e virtuosa tra il centro e la periferia. E’ questo lo spirito della riforma delineata dalla legge 33 del 2010. I tempi di attuazione e le problematiche connesse, dal ruolo dei commissari al futuro degli oltre duecento dipendenti delle ex Comunità montane, sono stati esaminati oggi in una riunione presieduta dal presidente della Regione Vito De Filippo, con i rappresentanti dell’Anci, dell’Upi, dell’Uncem e gli stessi Commissari liquidatori.

Dal 1 gennaio le Comunità montane non esistono più. Ma non esistono “vuoti” tali da destare preoccupazioni. In questo senso la legge è chiara. Ai commissari il compito di traghettare il passaggio dal vecchio al nuovo, garantendo la gestione ordinaria ma soprattutto la conservazione dei posti di lavoro fino al trasferimento del personale delle ex Comunità montane, salvaguardandone le posizioni giuridiche e funzionali,  agli enti o soggetti giuridici sorti al termine del riordino della governance.

 “Le nuove dinamiche della spesa pubblica messe in atto con il federalismo fiscale – ha detto De Filippo rivolgendosi agli esponenti delle Autonomie locali – rischiano di aprire scenari decisamente negativi soprattutto per il Mezzogiorno e per la Basilicata, caratterizzata da un territorio vastissimo a fronte di una scarsissima densità demografica.

Il nostro intento è quello di recuperare, rafforzandolo, un rapporto tra il centro e le periferie che sia anche foriero di nuove e consistenti possibilità in termini tecnici e programmatici. Ed è sulla base di un lavoro comune – ha continuato il presidente – che possiamo giungere a risultati importanti, costruendo meccanismi innovativi e positivi”.

La Regione seguirà ed accompagnerà le tappe del percorso definito dalla legge, incentivando le forme di associazionismo e di unione tra i Comuni nell’ambito di aree programma, “queste ultime intese – ha concluso De Filippo – non come entità virtuali ma come aggregazioni di territori che hanno in comune attitudini e propensioni”.

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