BasilicataCronaca

Il ‘Cara’ di Pisticci verso la chiusura

Saranno trasferiti in due strutture del materano i 123 immigrati del Cara di Pisticci. E’ questo l’esito di un incontro tra il Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale della Regione Basilicata e la Prefettura di Potenza. Si avvia, quindi, verso la chiusura il centro pisticcese, dopo che un’ ordinanza del Comune di Pisticci aveva revocato la licenza per l’ esercizio di attività alberghiera al Motel “La Pace”, la struttura che ospita dai primi di agosto i richiedenti asilo politico nordafricani.

Sulla vicenda, da subito, il sindaco Di Trani si era dimostrato perplesso sia per il numero elevato di ospiti in rapporto alla disponibilità di camere che per il mancato preavviso da parte degli enti preposti.

La stessa Protezione Civile Regionale si era espressa su 64 come numero massimo di ospiti da accogliere nelle stanze dell’ex-Motel Agip. Quindi l’ordinanza comunale per difetto del certificato di agibilità della struttura che risale al 2002 e mai regolarizzata.

Giorni fa si erano fatti sentire anche gli abitanti dell’ ex-quartiere residenziale Anic, lamentando una situazione igienico – sanitaria deficitaria, per la presenza di uno scarico fognario saltato. Lo stesso consorzio industriale del materano aveva diffidato il gestore della struttura alberghiera, invitandolo a non allacciarsi alla rete fognaria consortile, perchè privo di autorizzazioni.

Una vicenda intricata che lascia aperti degli interrogativi. Dopo la doppia protesta degli immigrati per chiedere l’accelerazione delle pratiche amministrative, si è arrivati alla regolarizzazione finora solo per 5 africani, su 35 domande analizzate.

Ma c’è da chiedersi: perchè i nordafricani sono stati spostati da Latronico e San Giorgio Lucano a Pisticci, con una struttura alberghiera di massimo 64 letti? Perchè il “Motel La Pace” non ha istruito prima le pratiche per regolarizzare l’agibilità?

Restano gli appelli della Prefettura nei confronti delle amministrazioni comunali alla tollerabilità e solidarietà, nel rispetto della legge e della pubblica sicurezza. Con la speranza futura che l’accoglienza dei richiedenti asilo politico sia programmata attraverso gli strumenti dell’integrazione sociale.

Angelo D’Onofrio

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