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Il gesto di protesta di Giorgio Santoriello

centro_oli_di_viggianoIl gesto clamoroso di protesta di Giorgio Santoriello, che manifestando davanti ai cancelli del Centro Oli di Viggiano ha bloccato l’uscita dei camion che dal centro Eni trasportano quotidianamente i fanghi di depurazione all’impianto di Tecnoparco, in Valbasento, non ha bisogno solo di solidarietà e di vicinanza personale. Intanto entrambi i sentimenti (solidarietà e vicinanza-sostegno), per essere autentici e non formali, appartengono a cittadini e movimenti come il nostro – Csail, Indignati Lucani – che da troppi anni conducono una battaglia, proprio come Giorgio senza esclusione di colpi, contro il colosso Eni e la subdola classe politica regionale. Leggere invece note di politici o partiti a favore del giovane è come assistere alle “lacrime del coccodrillo”, un’ignobile , stucchevole e vergognosa sceneggiata che richiama subito alla mente la fase di propaganda pre-elettorale. Dunque, il gesto merita grande rispetto e profonda riflessione: è da tempo che stiamo mettendo in guardia la politica e le istituzioni latitanti di questa ragione sul gravissimo stato di indignazione che si può “toccare con mano” in Val d’Agri. Noi ce l’aspettavamo. Eravamo sicuri che prima o poi sarebbe successo e temiamo che l’effetto-emulazione possa produrre altre proteste anche più clamorose come quelle a cui il Movimento NO TAV ci ha abituati. Non si può più sottovalutare che la disperazione sociale, per il crescente stato di disagio che non ci vergogniamo di chiamare con il suo nome vero – povertà – è l’humus di ogni ribellione che non è sempre riconducibile alle solite e tradizionali forme di protesta. Noi da sempre pratichiamo il metodo della mobilitazione popolare, della protesta civile, della denuncia all’opinione pubblica, della raccolta di firme per petizioni popolari, ma non nascondiamo la difficoltà a mantenere l’iniziativa del “popolo del petrolio” sui binari democratici e civili. Anzi fatichiamo, non poco, specie nei confronti dei giovani che ci chiedono azioni di protesta più dure, più incisive proprio come il gesto di Giorgio. Siamo perciò ad un punto limite di sopportazione che non vorremmo fosse valicato in occasione della campagna elettorale delle regionali di metà novembre. Di qui l’appello a politici e partiti che verranno in Val d’Agri: evitino di esasperare gli animi con nuove e fasulle promesse di impegno sul petrolio. Negli incontri con la gente abbiamo bisogno di sapere prima cosa hanno fatto in Consiglio Regionale e fuori, negli ultimi tre anni, e poi cosa vorrebbero fare. E inoltre vengano con il chiaro intento di ascoltare e di confrontarsi e di raccogliere proposte ed idee.

Filippo Massaro – Csail Indignati Lucani

 

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