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Il gusto amaro delle caramelle

La pedofilia è un tema non certo facile da affrontare, per cui molto spesso si decide di non parlarne. Contro tale tendenza a guscio, di proteggere se stessi senza guardarsi intorno, Antonio Bianchi ha scritto un romanzo, dove proprio il protagonista è un “mostro”. Il background dell’autore che per anni lo ha visto stendere opere impegnate come i saggi, influenza in parte la sua penna nel primo romanzo, che segna un cambio di genere dell’autore. Il protagonista ha vive un forte disagio psicologico, una lotta con se stesso perfettamente percepita dal lettore, che vede Federico combattere con la sua tendenza deviata. Da piccolo abusato dallo zio, bidello a scuola, in età adulta cerca di combattere i suoi desideri, solleticati dalle cattive amicizie. Una trama ricca di personaggi, che mai si sovrappongono ma trascinano il lettore dalla prima all’ultima pagine. Tratto da una storia vera, di un uomo oggi in carcere, il romanzo non vuole giustificare il protagonista. Anzi, sarà il protagonista stesso a chiedere di restare in carcere per proteggere gli altri dai “mostri”. All’incontro nato dalla presentazione del romanzo, hanno partecipato l’Assessore del Comune di Matera Elio Bergantino, che ha evidenziato l’evoluzione positiva della società che oggi riconoscere nei bambini dei cittadini a tutti gli effetti. “non piccoli uomini” ha sottolineato l’assessore ” ma piccoli cittadini che hanno bisogno che la carte dei diritti dei bambini venga rispettata in piena”. Ed il ruolo delle Istituzioni deve essere quello di adoperarsi perchè le città siano a misura di bambino, non solo nei servizi ma soprattutto nella prevenzione. Presente anche l’Ispettore Superiore della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Matera, il dottor Filippo Squicciarini. Il lavoro degli agenti della Polizia Postale li vede ogni giorno impegnati a scandagliare il web, un mondo tanto vasto e sconfinato, che per certi versi regala “sicurezza” ai pedofili che si muovono nella rete. Connessioni wireless occasionali non riconducibili a loro, nickname, cartelle nascoste e altro, sono l’esempio del cattivo utilizzo della tecnologia. Al vaglio della Postale ovviamente i social network, come twitter e facebook, delle vere e proprie bacheche informazioni dove scegliere le vittime.  Alla domanda se esiste un corretto uso dei social network, l’Ispettore risponde senza mezze misure “No”. Soprattutto i più giovani usano bonariamente la bacheca di facebook per diffondere ogni tipo di informazione, scuola, attività pomeridiane, umore, desideri, fotografie, comune di residenza, data di nascita. Tutti dati che, se finiscono in  mano ad un pedofilo, gli regalano il coltello dalla parte del manico ed una facile preda. Ai genitori dunque l’onere di vigilare costantemente sui propri figli, senza delegare a terzi. A casa come fuori casa, nella loro camerette davanti un pc, i genitori dovrebbero vigilare per sapere e proteggere.

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