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Il Lucania Film Festival e il sortilegio del ‘Genius Loci’

 

A causa di inattesi problemi tecnico-burocratici, legati alla tempistica di rilascio dell’agibilità per le attività di spettacolo da parte dei vigili del fuoco, per i quali non abbiamo alcuna responsabilità, la location della prossima edizione del Lucania Film Festival non sarà, come annunciato, TILT – Centro per la creatività di Marconia- ma la sede storica della Terravecchia, nel cuore di Pisticci. Confidando nel decisivo supporto degli uffici comunali, contiamo di assicurare al Centro TILT di Marconia di Pisticci un proficuo inizio di attività subito dopo l’estate, magari con un evento degno di una grande partenza.

Non neghiamo il dispiacere e le difficoltà legate a questo inaspettato inconveniente, tuttavia addolcite dal sapere che la Terravecchia è e resta, per il Lucania Film Festival, un luogo del cuore, che ha visto il Lucania Film Festival crescere, migliorare e diventare l’evento prezioso che oggi è. La variazione dell’ultima ora comporta, all’organizzazione del festival, problemi non irrilevanti di natura economica, finanziaria e logistica, ma che stiamo già affrontando con massimo impegno e celerità e per i quali chiediamo il sostegno di tutti, ad iniziare dalla politica locale. Adesso è tempo di assicurare tutti, organizzatori e cittadini, la realizzazione di un grande Lucania Film Festival, a Pisticci centro, con l’auspicio che questa edizione del Festival contribuisca ad invertire il processo di declino di cui soffre l’intero territorio comunale.

Il nostro augurio, la nostra speranza è che il tema dell’impatto socio-ambientale prodotto dal Lucania Film Festival nel contesto in cui si realizza, sul quale nella comunità da qualche tempo si è aperto un dibattito, venga superato dalla consapevolezza degli aspetti positivi che il Festival assicura alla propria comunità in termini sociali, economici, di immagine. Il Festival, palcoscenico calcato da persone provenienti da ogni parte del pianeta, col tempo si è imposto come marchio distintivo di “Pisticci città del cortometraggio”, diventando immagine positiva e strategia di valorizzazione territoriale. Tuttavia, per essere compiuta, questa strategia deve farsi sistematica, avvalendosi dell’apporto indispensabile di tutti gli attori locali, dalle Istituzioni fino alle persone che proprio nella comunità ci vivono e ci lavorano.

Perché il Festival possa competere con maggiore efficacia con progetti di altri territori, serve che sia sentito come “suo” dalla comunità locale nel suo complesso. Deve essere realmente il Festival della comunità pisticcese. Deve innescarsi la molla dell’orgoglio per la comunità stessa, che grazie al LFF può mettersi in vetrina nel mondo, raccontando la sua storia, proponendo le sue ricchezze territoriali e ottenendo, in questo modo, le auspicate ricadute mediatiche e, di conseguenza, sociali ed economiche. Con il LFF, l’appeal esterno della comunità può davvero crescere. Ma perché questo accada, è indispensabile che, contemporaneamente, rinasca e si affermi il desiderio interno di appartenenza ad essa. Questo, da sempre, è uno degli obiettivi del Festival: contribuire a dare forma ad una identità collettiva capace di aggregare consenso e stimolare volontà di cooperazione nella valorizzazione e promozione del territorio.

Certo, non siamo così sciocchi da pretendere che il LFF piaccia a tutti e da tutti riceva sostegno e consenso. E infatti, così non è. Alcune responsabilità sono le nostre: per esempio, finora non siamo riusciti a comunicare a dovere le potenzialità che il LFF porta con sé in termini di riscatto per un territorio intanto preso a sberle (quasi) ovunque: sul piano politico, economico, ambientale, di rappresentanza nei “posti che contano”. Non siamo riusciti a dire con chiarezza alla nostra comunità che fare del LFF il proprio Festival potrebbe rappresentare davvero una piccola-grande opportunità per il futuro, così come avviene in molti luoghi “minori” d’Italia (anche del sud, basti pensare a Giffoni) e del mondo, dove non regnano insensate guerre fratricide ma si rema tutti dalla stessa parte nella barca-comunità. Nel solco che la cultura (in senso ampio) ha tracciato.

La cultura, infatti, entra oggi sempre più massicciamente all’interno dei nuovi processi di creazione del valore economico. Non a caso, tutti i centri urbani che perseguono una strategia minimamente coerente e ambiziosa di sviluppo economico locale, oggi fanno della cultura una delle leve di azione privilegiate. Cultura, quindi, come propulsore di sviluppo, come motore di ridefinizione sociale. Ci rendiamo conto che di fronte alla profondissima crisi economica, lavorativa e ambientale del nostro tempo, parlare di opzione-cultura possa suonare, per alcuni, quasi come una provocazione. E invece no. Per noi non è così, non lo è affatto. Al contrario, pensiamo che la cultura sia un potente strumento sociale, economico sentimentale e in questo senso rappresenti una delle risposte, forse la più profonda, alla grave crisi locale e globale che viviamo.

 

Una crisi che in ultima analisi nasce proprio da una marginalizzazione della cultura, dei sentimenti, dei valori immateriali e più profondi. E dunque, una crisi che può essere realmente sconfitta solo grazie ad una nuova vitalità culturale. Il Lucania Film Festival parte da un sentimento di appartenenza moderno, non connotato dalla chiusura sotto il proprio campanile, ma curioso del mondo, aperto al mondo, desideroso di confrontarsi con le forme “buone” di cambiamento . Non sogniamo il mondo di ieri, ma il mondo di domani, che sappia anche prendere il meglio della nostra storia, della nostra tradizione e, anche grazie a questo, edificare un futuro migliore.

Nel suo piccolo, il LFF può e vuole essere una molla di questi auspicabili mutamenti. Può e deve essere una grande occasione collettiva. E per questo, più che per i disagi inevitabili che l’evento (ogni evento) porta con sé sul piano pratico (traffico, rumori, rifiuti), guardiamo alla vera malattia che affligge questa comunità: la sfiducia nel domani. Il silenzio rumoroso, lo spettro del nulla. Nel nulla non c’è traffico, non c’è rumore, non c’è fastidio. Non ci sono problemi di parcheggio. Ma è questo che vogliamo? Un lento, silenzioso spegnimento? Noi no. Noi ci sforzeremo fino alla fine per dare a Pisticci –per quello che ci è possibile- una ragione di futuro. Ma il nostro sforzo assolutamente non basta. C’è bisogno di un impegno corale.

E’ tempo di ritornare ad emozionarsi per lo spettacolo rappresentato da una luna riflessa nel meraviglioso scorcio del centro storico, mentre “vanno” i film in concorso. E’ tempo di emozionarsi per lo spirito del Festival, fatto di persone che, provenienti da tutto il mondo, si incontrano nel cuore della comunità. E’ anche tempo di pensare alla comunità nel suo complesso, Pisticci e Marconia, centro storico e centro “nuovo”, Terravecchia e TILT. E’ tempo di capire che ai grandi problemi non si può rispondere con pensieri piccoli, con piccole soluzioni. La tredicesima edizione del LFF ci farà capire se Pisticci Centro è ancora la location ideale del LFF. Se, senza ombra di dubbio, Pisticci vuole il suo Festival. Se sarà così, vorrà dire che i problemi fisiologici che seguono l’evento saranno considerati un male minore rispetto al bisogno di una comunità. Il cui futuro dobbiamo riscrivere, tutti insieme, nessuno escluso. Il Centro TILT di Marconia, risolti gli ostacoli tecnici iniziali, saprà essere un motore di novità e coinvolgimento. Così come il Centro storico di Pisticci dovrebbe continuare ad essere un cuore pulsante, un luogo di magia, di ritorni, di nuove partenze. Assieme, in un unico progetto di vita. Per intanto, il Lucania Film Festival sta arrivando con lo spirito di sempre. Aperto, cordiale, informale, innovativo, coraggioso. Con i suoi limiti e le sue cose belle. Ancora una volta, con il cuore in mano, noi ci proviamo.

 

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