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Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari scrive al neo-ministro della Giustizia

Un commissario e l’adozione di procedure straordinarie per dare soluzione in tempi brevi ai problemi dell’edilizia giudiziaria barese. Sono le due richieste formulate dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, nella lettera inviata alla neo-ministra della Giustizia Marta Cartabia. 
Nella missiva, il presidente Stefanì ricorda l’opportunità offerta dal Recovery Fund, definito come “un’irripetibile occasione per attingere ulteriori risorse da destinare anche alla realizzazione dei luoghi in cui amministrare la giurisdizione. Il foro barese sconta da troppo tempo una situazione mortificante, in quanto costretto a celebrare la funzione giurisdizionale in edifici inadeguati e sparsi sul territorio che impediscono, nonostante l’abnegazione di magistrati, avvocati e personale di cancelleria, una efficace risposta alle esigenze della comunità peraltro interessata da importanti fenomeni di criminalità organizzata”, afferma Stefanì. 
Dopo aver ripercorso le tappe che hanno segnato il progressivo degrado dell’edilizia giudiziaria barese, culminate con la celebrazione delle udienze penali nelle tende della Protezione Civile, Stefanì ha ricordato come la situazione sia talmente grave da non consentire neppure l’inizio di un processo con numerose parti civili e di grande rilevanza sociale per il territorio, imponendo di fare ricorso a luoghi privati non destinati ad attività giudiziarie con ingenti esborsi di pubbliche risorse.
Infine, il riferimento al ‘Parco della Giustizia’, il cui iter è ancora fermo a uno stadio embrionale e il cui cronoprogramma prevede tempi troppo lunghi a causa dei quali si rischia di condurre la situazione della Giustizia a Bari a una irreversibile condizione di precarietà ed impraticabilità. Su questo tema il presidente ha ricordato la reiterata richiesta di un Commissario e di procedure straordinarie per «superare le criticità e le inevitabili lungaggini burocratiche, evitando il procrastinarsi delle mortificazioni che la pandemia ha ancor più aggravato, generando un ulteriore allontanamento dei cittadini dalle Istituzioni giurisdizionali. L’esempio di Genova è stato illuminante in termini di efficienza e rapidità della risposta da parte dello Stato a una situazione di sofferenza di quella comunità che, in tempi brevi, si è vista restituire una grande opera infrastrutturale fondamentale, molto più complessa e difficile per la sua progettazione e realizzazione rispetto a una cittadella giudiziaria”.

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