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Il presidente Emiliano a Bitonto chiede la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza

Il presidente della regione Puglia Michele Emiliano si è recato oggi a Bitonto, dal sindaco Michele Abbaticchio, a seguito dell’incendio della vettura del maggiore Gaetano Paciullo, comandante dei Vigili urbani di Bitonto. “La misura è colma – ha detto Emiliano – Non è la prima volta che qualcuno cerca di intimidire l’amministrazione comunale con minacce ed intimidazioni. Non è la prima volta che vengo qui per questa ragione, l’ho fatto come sindaco di Bari e adesso da presidente della regione. Sono sconcertato dalla pervicacia di chi pensa di regolare i suoi rapporti istituzionali o politici con l’amministrazione utilizzando questi mezzi. Anzitutto è inutile perché non cambia nulla e in secondo luogo, adesso avranno la nostra reazione perché non finisce qua, adesso abbiamo davvero superato la misura. Sono qui per significare a questi signori che la pazienza é finita e quindi, da domani, cambia la partita”.
“Se qualcuno tocca l’attività amministrativa significa andare oltre, attaccare la città al cuore, e quindi attaccare lo Stato. Chiederò al prefetto la convocazione urgente del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Un territorio non può essere condizionato dalla criminalità organizzata, anche se si tratta di poche decine di persone rispetto alla stragrande maggioranza della comunità perbene. Ci aspettiamo indagini immediate e collaborazione dei cittadini con le forze dell’ordine. Siamo di fronte a segnali chiari che vanno al di là dei danni ai patrimonio personale o alla sicurezza pubblica, ma riguardano la libertà della pubblica amministrazione, fatto questo di estrema gravità. Anche perché le minacce agli amministratori pubblici si sono moltiplicate.
Sono qui – ha concluso Emiliano – anche perché quella di Bitonto è in maniera evidente un’amministrazione che nel suo complesso, maggioranza e opposizione, capace di tenere a distanza questa gentaglia. Un’amministrazione che è soprattutto attenta ad applicare il principio di imparzialità, caratteristica non gradita ai camorristi, perché di fronte all’imparzialità perdono quella forza di intimidazione connessa alle loro attività. Lo Stato adesso deve rispondere, con fatti e non solo parole”.

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