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Il prezzo del pane

Non sono indifferenti taluni prezzi della quotidianità, quello del caffè nella nostra città oramai rasenta 1 €, ma di questo se ne può pur fare a meno; quello che è maggiormente rilevante, che inquieta, è il prezzo dell’alimento per eccellenza, quello che non deve mancare sulle tavole della gente: il pane. Non si può giustificare l’elevato prezzo del pane in rapporto alla materia prima, ed è una vera e propria presa in giro nei confronti dei consumatori sostenere che l’aumento sia da attribuire all’incremento del prezzo delle farine. Queste oggi all’ingrosso, hanno il costo sotto i 40 centesimi al kg, a fronte di 2.50 euro del prodotto finito, con una moltiplicazione dei prezzi dal grano al pane che arriva anche al 1200%”. Dati allarmanti, quando si considera che il prezzo medio del pane fresco a livello nazionale è intorno ai 3 euro al Kg, per i panini supera i 5 euro. Assurdo, a dieci anni dalla lira, nessuno avrebbe pensato che un kg. di panini sarebbe costato 10.000 £. Matera che sul pane deve intavolare e discutere di temi seri e importanti, soprattutto in ordine alla qualità e alla salute dei consumatori, deve chiedersi se ciò che mangiamo e che paghiamo a così caro prezzo non sia veramente il frutto di scellerate logiche economiche che condizionano anche il nostro pane. Quel che si evidenzia, è che si stanno compiendo vere e proprie truffe in danno di cerealicoltori e consumatori perché è inspiegabile il costo finale di un prodotto a km. Zero, a filiera corta. Altro concetto è affidato alla qualità, ma siamo certi che la materia prima con la quale produciamo il pane di Matera venga effettivamente da cereali coltivati nella nostra terra? Non penso vi siano piene garanzie a tale quesito, perché oggi tutto risponde a criteri di sperequazioni economiche che non si fanno scrupoli nemmeno quando coinvolgono la salute della gente. Appare che la guerra dei rincari nella cerealicoltura è molto simile a quella dei carburanti. I prezzi variano in aumento ma tardano a scendere o non calano affatto. L’elemento di fondo comunque rimane la qualità e la garanzia di un controllo sulle farine utilizzate, le granaglie provenienti dall’estero, sono di scarsa qualità, includono elevato contenuto di tossine; le semole prodotte, ed immesse sul mercato, dove finiscono? concorrono alla produzione di pane e pasta fresca, principali nutrimenti della nostra comunità? Quali sono i controlli sulla molitura di queste granaglie di scarsa qualità? Noi che da sempre ci distinguiamo per due eccellenze: i Sassi ed il pane, connubio indissolubile, non possiamo prescindere dalla qualità e dobbiamo con forza difendere il nostro prodotto che non deve minimamente subire il minimo dubbio sulla qualità. E’ questo l’appello che si rivolge ai produttori. L’esempio va interpretato, anche dimostrando che si può fare un pane di qualità nel rispetto del suo intimo significato sociale del contenere il prezzo. Dalla nostra città può partire questo principio di valore, perché ritengo ci siano gli spazi di un ritocco al ribasso mantenendo alta la qualità, principio che nell’attuale contingenza economica troverebbe le giuste motivazioni. Ma come ben si può comprendere non è solo del prezzo del pane che si deve parlare, questo non è assolutamente dipendente dal prezzo del grano e delle farine. Sarebbe interessante capire quali sono le logiche che giustificano un incremento di prezzo così elevato che è rimasto tale anche quando lo scorso aprile, il prezzo del grano era ai minimi termini, 12 euro al quintale, pane, pasta e tutti i derivati, sono rimasti ancorati allo stesso prezzo. Il momento economico lo conosciamo tutti, è utile che sulle politiche sociali si dia un segnale, si incominci dalle piccole cose: la riduzione del prezzo del pane. Questo passo segnerebbe l’avvio di una politica di valore nel ridimensionamento dei prezzi, un aiuto alle famiglie, alle economie più fragili. Un modello che prende avvio dal pane, prodotto che rimane per questa comunità un valore da trasmettere, una tradizione da difendere.

Adriano Pedicini Consigliere PDL Matera

 

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