BasilicataBasilicataCulturaMicroPostTurismo

Il saluto del Sindaco di Matera Raffaello de Ruggieri alla presentazione del padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai “One Year to go”

Saluto gli esponenti del Governo e le autorità tutte, e saluto la delegazione proveniente dagli Emirati Arabi Uniti.

Voi non siete ospiti inattesi in questa città, perché Matera 11 secoli fa è stata governata dall’emiro di Bari, Mufarraj ibn Sallam.

Dico questo perché Matera è una città senza età, dove è passato il mondo e quindi anche gli emiri, in tempi lontani.

Oggi gli emiri ritornano portando con sé la tensione del futuro, il valore di un riscatto, la temperie della volontà di non fermarsi di fronte all’impossibile.

Queste sono le connotazioni di questa città, sono i livelli di ispirazione che hanno dato a Matera un riconoscimento che sembrava impossibile, ma come voi sapete la cultura rende possibile ciò che è altamente improbabile e la bellezza unisce le persone e unisce i popoli.

C’è un rapporto, direi genetico, tra Matera e quanto accaduto a Dubai. 

In un villaggio neolitico di 5mila anni fa vi erano già i vasi di decantazione per catturare l’acqua, filtrarla e non disperderla. 

Amici, questa è una città sostenibile perché qui c’è un’ingegneria storica che parte da lontano e genera futuro, ed è una città comunitaria perché costruita dai capomastri, da una generazione popolare che ha realizzato quello che si può definire spazio geografico che si è fatto storia.

E la storia di questo tempo, caro Ministro Di Maio, è la testimonianza del valore profetico di questa città: rendere evidente che il presente è la continuazione del passato ma anche l’anticipazione del futuro. Grazie a lei, stiamo realizzando un disegno ambizioso (la Casa delle tecnologie emergenti, ndr) che va portato avanti perché rappresenta il legame forte tra identità e tecnica, tra autenticità e innovazione. Stiamo piantando, qui, queste serre, dove far fertilizzare i talenti per produrre progetti e soluzioni.

Matera non è più una città ferma, rassegnata, statica, fatalista. Questa è una città che esprime ormai di un dinamismo, che io spero non sia un dinamismo minoritario. Stiamo cercando di diffondere questa fiducia e questa speranza nel Mezzogiorno e nella Nazione, perché noi siamo convinti che si possa rinascere solo attraverso un’operazione di recupero di energie volitive e se chi ha responsabilità di governo sa coniugare i verbi al futuro. E il futuro ci lega a Dubai, con le nostre speranze e con le nostre visioni.

Rivolgo quindi un saluto affettuoso agli uomini che vengono da terre ardenti. Perché nel fuoco si creano storie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *