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Il segretario Fernando Mega sul comitato “Valbasento Insostenibile”

Leggo che nei giorni scorsi si è costituito il comitato Valbasento Insostenibile.

Giusto, corretto è preoccuparsi della salute, dell’ambiente nel quale vivono i cittadini, specie a ridosso di un’area industriale sviluppatasi tra gli anni ‘60 e ‘70, con tutti i limiti e le contraddizioni di allora. Credo altresì, che prioritariamente fra le emergenze “ambientali” delle quali ci si dovrà occupare, oltre a quella del sacrosanto diritto alla salute, ci sia quello del sacrosanto diritto alla sopravvivenza di una intera popolazione affamata dalla mancanza di lavoro, disperata perché relegata alla certezza di una mancanza assoluta di prospettive. La tutela dell’ambiente deve essere una delle priorità a cui non si può più derogare, allo stesso tempo è un dovere per le istituzioni e per le aziende eseguire tutti i controlli necessari delle possibili fonti di inquinamento ed é altresì indispensabile creare le condizioni perché si generi lavoro ed occupazione. La situazione che si è determinata è esplosiva, ai limiti di una rottura sociale senza precedenti. Migliaia di lavoratori con l’ossigeno della mobilità in deroga, unica fonte di sostentamento, di sopravvivenza per intere famiglie. Giovani, operai, diplomati, laureati che brancolano nel buio più assoluto alla disperata ricerca di un lavoro che non esiste più. L’inquinamento della Valbasento e la relativa bonifica è certamente un tema centrale, fondamentale per lo sviluppo ma, rappresenta senza pericolo di smentita, l’ennesima beffa, incoerenza, evanescenza della politica che dopo aver inserito l’area industriale della Valbasento come sito Nazionale da bonificare, non ha fatto più niente per attuare, rendere esigibile un piano di bonifica che si e’rivelato soltanto per essere l’ennesimo elemento di negatività attrattiva per i nuovi insediamenti produttivi. Perché alla fine gli oneri della bonifica dei suoli, se li dovrebbe accollare solo un eventuale imprenditore che vi si insedia, mettendolo in condizione di farlo scappare prima che arrivi, dato l’insostenibilità dei costi. La domanda che mi pongo è: Si è realmente convinti di bonificare il territorio della Valbasento o, come al solito, associazioni imprenditoriali e politica locale si sono catapultati nella vicenda solo perché si è pensato alla ennesima possibilità di speculazione di fondi pubblici, dimenticandosi di quanti danni avrebbe determinato acclarare un sito industriale quale sito da bonificare e dimenticandosi successivamente di farlo. Visto i risultati, propendo per la seconda ipotesi. A proposito di controlli o presunti tali, senza voler assolutamente polemizzare voglio ricordare che chi rappresenta le istituzioni in qualsiasi contesto ha tutti gli strumenti per chiederli in modo rigoroso ed imparziale. Non si possono lanciare accuse generiche a mezzo stampa tese solo a fomentare incertezze e a destabilizzare quei pochi posti di lavoro esistenti nel sito industriale. Il sindacato è attento, vigile, disponibile a confrontarsi dati scientifici corretti e reali alla mano, in modo rigoroso. Ma, e’anche ripiegato a fronteggiare una crisi occupazionale senza precedenti. Perché insostenibile e’anche osservare inermi la disperazione delle tante famiglie senza più una prospettiva; Insostenibile è anche l’atteggiamento della politica locale che, gestisce l’enorme ricchezza petrolifera di cui il nostro territorio dispone, in modo evanescente senza un barlume di prospettiva di investimenti occupazionali. Insostenibile è la carta idrocarburi, becera filantropia di una classe politica che non riesce più a determinare condizioni di sviluppo e di prospettive occupazionali per il nostro territorio e i suoi cittadini. Insostenibile è l’atteggiamento della politica regionale e nazionale nei confronti della Total e dell’Eni, società a partecipazione statale, (quindi politica) che continuano a sviluppare programmi di sfruttamento del nostro territorio, senza creare sviluppo industriale, infrastrutturale, occupazionale perché nessuno glie lo chiede. Insostenibile è far diventare la Nostra regione sempre più povera, spopolata, sfruttata e vessata. Insostenibile è immaginare la Basilicata come la Nigeria, ricca di petrolio e di miseria. Insostenibile è la sola politica mediatica di sviluppo, annunci bipartisan, senza concretezza. Vi ricordato l’intesa dell’allora Governo Berlusconi e la regione Basilicata, sul memorandum per il petrolio; o il famoso accordo di programma sul mobile imbottito; dimenticavo l’annuncio di nuovi investimenti produttivi, in Valbasento, l’annuncio di un nuovo piano energetico regionale, l’annuncio del rilancio della ricerca, l’annuncio del rilancio dell’automotive, l’annuncio. . . Solo e soltanto l’annuncio. I fatti: Fabbriche chiuse, infrastrutture ferme agli anni ‘70, treni dismessi, disoccupazione, disperazione. Insostenibile è il continuo sfruttamento del territorio in cambio di Miseria. Insostenibile è la mancanza di “pane e lavoro”. Perché tutto davvero non diventi insostenibile ed insopportabile, invito tutti i cittadini, i lavoratori, i cassi integrati, i lavoratori in mobilità a manifestare il 9 maggio 2012 a Potenza insieme alle organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil.

Riprendiamoci un futuro per noi e per i nostri figli, che sia davvero sostenibile.

Fernando Mega

Segretario Cgil Matera

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