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Il settore alberghiero lucano cresce, ma manca l’aggregazione

Gli imprenditori lucani investono molte risorse nel settore alberghiero, soprattutto per ammodernare le strutture e proporre nuovi servizi, a testimonianza di un clima di fiducia che persiste nonostante la crisi e alcune contraddizioni tipiche di un sistema relativamente giovane, cresciuto rapidamente, caratterizzato da una accentuata stagionalità e da un forte legame con i mercati di prossimità, con dimensioni in qualche caso eccessive rispetto alla capacità del sistema di garantire un’offerta di qualità (vedi Metapontino), marcato da una imprenditorialità che si segnala per diffusi cambiamenti di gestione. E’ questa, in estrema sintesi, la radiografia del sistema alberghiero lucano realizzata nell’ambito dello studio “Caratteri e tendenze dell’imprenditorialità alberghiera in Basilicata”, curato dal Centro Studi Unioncamere Basilicata per conto dell’Osservatorio Turistico Regionale, disponibile on line sul sito web www.bas.camcom.it

Scarso aggiornamento e specializzazione: il Rapporto fotografa un sistema un pò ‘anomalo’, con operatori dotati di un buon livello di istruzione di base ma poco attenti alle esigenze di aggiornamento e specializzazione professionale, proprie e del personale dipendente. La stagionalità delle presenze turistiche produce tassi di utilizzo delle strutture molto bassi, rischiando di condizionare negativamente anche il livello qualitativo dell’offerta. Il personale occupato è in gran parte stagionale o, addirittura, precario, e ciò non favorisce certo la sua qualificazione. Il sistema di offerta formativa nel settore, del resto, non sembra in grado di soddisfare pienamente le esigenze della domanda di lavoro, soprattutto nelle aree dove questa è più qualificata e quantitativamente più rilevante.

Matera, piacevole eccezione: ma mancano le certificazioni: una situazione diversa si presenta, invece, a Matera dove il processo di crescita, anche qualitativo, sembra avviato e procede con maggiore solidità. Il livello dei servizi appare, nel complesso, soddisfacente, anche se desta stupore la non elevata “sensibilità” degli operatori rispetto alla qualità: quasi il 60% degli alberghi (indipendentemente dalla categoria) non avverte la necessità di dotarsi di una certificazione, pur poco impegnativa.

Il contesto a volte non incoraggia le aziende: a parziale giustificazione degli albergatori, va osservato che il contesto generale in cui le aziende operano non costituisce un fattore di stimolo: la scarsa diffusione di un servizio come la raccolta differenziata dei rifiuti in alcune aree a forte intensità turistica e a forte valenza ambientale, come il Metapontino, ad esempio, è un elemento su cui riflettere nella prospettiva di offrire un buon livello di qualità nei servizi alberghieri e turistici in generale.

Mancano strumenti per la politica turistica che mettano insieme il pubblico e il privato. L’idea del “laboratorio”: tra le note di maggiore criticità su cui riflettere, il rapporto evidenzia la mancanza di strutture aggregative e di conseguenza l’assenza di strumenti per una politica turistica che veda la collaborazione di tutti gli operatori del settore, pubblici e privati. Da qui la proposta, avanzata nello studio, di un “Laboratorio per l’innovazione e la diffusione del know how nel turismo”. «Lo abbiamo immaginato come un luogo fisico che faccia da riferimento per un insieme di azioni finalizzate a favorire un incremento di conoscenze per gli operatori della ricettività, e conseguentemente ad introdurre innovazione nelle loro aziende e nel territorio in cui operano – spiega il presidente di Unioncamere Basilicata, Angelo Tortorelli – tra le attività, alcune delle quali potranno essere fruite gratuitamente, ci potranno essere incontri periodici con esperti di altre aree/Paesi che hanno sviluppato iniziative innovative, visite tecniche preparate in aree ‘di eccellenza’, produzione di strumenti informativi dedicati esclusivamente agli operatori turistici, la realizzazione di un sito web sul quale trovare informazioni aggiornate sull’evoluzione dei mercati e informazioni sulle opportunità di accesso ai finanziamenti per le aziende turistiche, e ancora la realizzazione di un database di esperti/consulenti su tematiche diverse, la selezione e segnalazione delle attività formative disponibili, visite ‘accompagnate’ a fiere e workshop, l’istituzione di un premio per l’innovazione turistica».

La situazione nelle singole aree a vocazione turistica

Metapontino

E’ l’area che negli ultimi 15 anni ha conosciuto lo sviluppo turistico più intenso e che riproduce una serie di contraddizioni: un’ampia offerta ricettiva con tassi di utilizzo tutt’altro che elevati e una qualità complessivamente inferiore a quanto sarebbe lecito attendersi, sulla base dei livelli di sviluppo raggiunti. Di conseguenza, il mercato dell’area continua ad essere fortemente limitato alle regioni vicine ed è scarsamente internazionalizzato. Il futuro del Metapontino è certamente legato a processi di qualificazione nella gestione del turismo e, quindi, anche all’adozione di strumenti di cooperazione e di gestione del prodotto, prima ancora che del mercato.

Matera

E’ la località turistica che, senza dubbio, coniuga al meglio la propensione alla dinamicità e quella all’eccellenza, come è dimostrato dal forte sviluppo qualitativo, oltreché quantitativo, del sistema di offerta alberghiera registrato negli ultimi anni. Il mercato si è “aperto” notevolmente e ciò rappresenta un forte stimolo, per gli operatori e gli amministratori locali, ad assecondare le aspettative di una domanda tendenzialmente esigente. Gli strumenti e i processi di gestione del turismo si vanno rafforzando e sembrano garantire una maggiore coesione tra gli imprenditori.

Maratea

È l’area in cui lo sviluppo turistico è maggiormente consolidato e maturo, con mercati di riferimento molto ampi: aspetti, tuttavia, che rendono sempre più stringenti le esigenze di adeguamento e innovazione del sistema di offerta nel suo complesso. Gli operatori sembrano aver accettato questa “sfida”, impegnandosi in un intenso sforzo di investimento. Nonostante la diffusa adesione a forme di aggregazione, la collaborazione è ancora poco avvertita come opportunità per una crescita e per una maggiore competitività aziendale.

Vulture/Melfese

L’area serve prevalentemente un mercato commerciale, e questo ne caratterizza positivamente il “profilo” in termini di offerta di servizi. La presenza di un mercato sostanzialmente “rigido” e consolidato non sembra però stimolare, negli operatori, l’attenzione alla certificazione di qualità (quasi del tutto assente), così come la ricerca di forme di collaborazione all’interno del settore. La propensione agli investimenti si dimostra buona, ma non appare sempre indirizzata a dotare le strutture dei servizi maggiormente richiesti da una clientela business.

Pollino

E’ l’area che, più di altre, sembra avvertire la necessità di una riqualificazione del sistema di offerta non ancora avviato in modo significativo, come dimostra il basso livello di investimenti effettuati, a fronte di un alto livello di investimenti programmati. La dotazione e la qualità dei servizi offerti sono al di sotto della media regionale, e anche le prassi gestionali scontano una serie di limiti, riconducibili, almeno in parte, ad una compagine imprenditoriale che non ha maturato una lunga esperienza nel settore e, più in generale, ad un livello di qualificazione delle risorse umane impiegate non particolarmente elevato.

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