BasilicataCronaca

Il sindaco di Policoro agli arresti domiciliari

I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Policoro, nell’ambito di indagini su presunte irregolarità nella gestione di lavori per la realizzazione di impianti di illuminazione pubblica della cittadina ionica, hanno tratto in arresto tredici persone, tra amministratori pubblici e funzionari amministrativi del Comune di Policoro, professionisti ed imprenditori,

Gli arrestati sono Nicolino Lopatriello, Sindaco di Policoro; Cosimo Ierone, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Policoro; Felice Latronico e Felice Viceconte, entrambi dirigenti del Comune di Policoro; Piermaria Antonio Lista, avvocato; Giovanni Francesco Lista Ingegnere, Giovanni Colamarino imprenditore di Noci (BA); Luigi Rotunno avvocato in Noci (BA); Giuseppe Benedetto, Presidente della coop. agricola Campoverde di Policoro; Gennaro Livio, imprenditore di Bari; Giuseppe Leo, avvocato in Bari; Rocco La Rocca, imprenditore di Policoro e Felice D’Amato, imprenditore di Policoro, tutti, a vario titolo, indagati per i reati di corruzione aggravata in concorso ai sensi degli articoli 110, 319, 319 bis e 321 del Codice Penale.

I provvedimenti restrittivi, sono stati emessi dal Giudice delle Indagini Preliminari Dr. Roberto Scillitani su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica D.ssa Valeria Farina Valaori, che ha diretto le attività d’indagine delegate alla Guardia di Finanza.

L’impianto accusatorio elaborato dalla Procura della Repubblica di Matera ipotizza l’esistenza di alcuni episodi di corruzione posti in essere in occasione di procedure di affidamento di lavori pubblici concernenti l’ammodernamento, a titolo di sperimentazione, di parti dell’impianto di illuminazione pubblica nel Comune di Policoro, mediante l’istallazione di lampade a led.

Più nello specifico, nel corso delle indagini, sarebbero emersi pagamenti di tangenti da parte di due distinte cordate di imprenditori (una facente capo all’imprenditore Giovanni Colamarino di Noci ed un’altra riconducibile all’imprenditore barese Gennaro Livio) al fine di ottenere l’aggiudicazione di lavori installazione e/o di fornitura di apparati illuminanti a led, caratterizzati da un particolare risparmio energetico.

Nella vicenda, oltre al coinvolgimento degli amministratori, dei funzionari pubblici e dagli imprenditori direttamente interessati ai lavori da un lato, si registra, dall’altro, quello, in qualità di intermediari, dei professionisti e degli altri imprenditori tratti in arresto.

Secondo la ricostruzione dell’Organo inquirente, l’affidamento senza il ricorso a procedure di evidenza pubblica dei lavori di installazione  e/o di fornitura di apparati illuminanti a led, per importi al di sotto della soglia di valore per la quale il Codice degli Appalti prevede l’esperimento di gare di appalto, rappresenta un atto prodromico e strumentale per la successiva aggiudicazione, a favore degli imprenditori che avrebbero versato le tangenti, di un appalto ben più consistente, del valore di circa 4 milioni di euro, relativo all’ammodernamento di tutto l’impianto di pubblica illuminazione del Comune di Policoro.

In sostanza, secondo l’ipotesi investigativa, i lavori eseguiti per importi “sotto soglia” dagli imprenditori accusati di avere corrisposto tangenti, avrebbero avuto la finalità principale di “accreditare” le imprese presso l’amministrazione comunale la quale, all’esito dei parziali interventi sull’impianto di illuminazione, avrebbe rilasciato una dichiarazione cosiddetta di “gradibilità” attestante la convenienza dell’iniziativa per l’Ente, sotto il profilo del risparmio energetico. Le risultanze investigative avrebbero, infatti, evidenziato il progetto criminoso di “blindare”, attraverso l’attestazione della superiorità tecnica e qualitativa dei prodotti illuminanti, il futuro affidamento, a favore degli imprenditori accusati di corruzione, dell’appalto principale.

Tutti gli indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari nelle rispettive abitazioni.

Nell’ambito dell’operazione, che è stata diretta e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Matera – D.ssa Celestina Gravina – nei confronti degli indagati Piermaria Antonio Lista, Giovanni Francesco Lista, Giovanni Colamarino, Luigi Rotunno, Giuseppe Benedetto, Gennaro Livio, Giuseppe Leo, Rocco La Rocca e Felice D’Amato, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto anche l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo dell’esercizio di attività professionali, dell’attività di impresa e di uffici direttivi di persone giuridiche e/o imprese.

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