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Ilva, si ritorna al Mise per la trattativa tra sindacati e Am InvestCo

Si torna oggi al Mise per la trattativa vincolante sull’Ilva tra sindacati e Am InvestCo, cordata guidata da ArcelorMittal. Si riparte dalla ricognizione di giovedì scorso, come l’ha definita la viceministro Teresa Bellanova. Un incontro con un obiettivo preciso, ovvero ‘spingere sull’acceleratore’, come da monito del ministro Calenda, e che ha trovato l’assenso anche dei sindacati e della stessa ArcelorMittal.
Al centro delle analisi in questa fase ci sono soprattutto i numeri, peraltro già noti. I sindacati punteranno a zero esuberi, ArcelorMittal parte da 10mila dipendenti Ilva riassorbiti – su 14.200 attuali – così suddivisi: 9.885 tra quadri, impiegati e operai, 45 dirigenti e 70 dipendenti francesi delle controllate Socova e Tillet.
Nello specifico: nello stabilimento di Taranto resterebbe una forza lavoro pari a 7.600 unità, a Genova 900 e via via gli altri. Nel siderurgico tarantino, quindi, si passerebbe da 10.800 a 7.600 unità così ripartite: 130 quadri, 1.140 impiegati e 6.330 operai.
Numeri tarati su un piano industriale a medio termine che prevede un aumento della produzione di acciaio liquido dagli attuali livelli ai 6 milioni di tonnellate per anno e mantenimento di tale livello fino alla completa implementazione del piano ambientale entro agosto 2023.

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