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Immigrazione, l’intervento di Bordo alla seconda giornata dei lavori della Cosac

In materia di immigrazione l’Europa continua a essere “debole e frammentata, contraddistrinta da una scarsa solidarietà tra stati membri, incapaci di guardare oltre i propri interessi regionali. Neanche la grave emergenza umanitaria ha segnato un cambio di passo. L’Italia ha dovuto affrontare da sola l’arrivo nel 2014, attraverso la frontiera marittima meridionale, di più di 161.000 migranti, in aumento di oltre il 400% rispetto al 2013”. Lo ha detto, intervenendo durante la seconda giornata dei lavori della Cosac, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo.
“Le posizioni intransigenti di alcuni Paesi membri – ha proseguito Bordo – hanno svuotato di compiti operativi persino la task force europea istituita dopo i fatti di Lampedusa, che avrebbe potuto invece offrire un contributo più ampio e incisivo. Solo recentemente con il lancio dell’operazione Triton, varata su impulso dell’Italia, è stato predisposto un timido intervento comune dell’Europa, che rischia tuttavia di essere insufficiente se non accompagnato da un profondo mutamento dell’approccio dell’Unione e di alcuni Stati verso il dramma dell’immigrazione”.
“A mio avviso bisognerebbe partire da tre interventi: rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e transito dei migranti, mediante lo sviluppo di partenariati di mobilità, di programmi di protezione regionale e dei processi regionali, strumenti indispensabili per portare l’azione dell’Europa direttamente nelle aree di origine dei fenomeni migratori”. Ancora: “Affidare l’esame delle domande d’asilo e di protezione internazionale ad avamposti dell’Unione europea in Africa, coadiuavati dalle organizzazioni umanitarie internazionali, in modo da operare un primo filtro tra migranti che hanno diritto alla protezione internazionale e quelli che non lo hanno”. Infine garantire “un’equa distribuzione, direttamente sulla sponda sud del Mediterraneo, dei migranti che hanno diritto all’asilo tra i Paesi europei, in coerenza con l’articolo 80 del Trattato sul funzionamento dell’UE. Solo in questo modo sarà possibile sottrarre il flusso dei migranti aventi diritto alla protezione umanitaria, all’asilo o allo status di rifugiato ai trafficanti di essere umani”.

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