BasilicataCultura

In edicola il nuovo libro di Amalia Marmo

E’ in libreria la preziosità di un libro nutrito di fulgida poesia della poetessa Amalia Marmo, ovvero il tutt’uno di un’ispirazione costante che, viaggiando su Fili di Memoria, lascia traccia perpetua del significato poetico ben incapsulato nella mente produttiva della stessa. E chi ne fa lettura si appropria non solo della memoria dell’autrice fissate in ogni silloge, ma vede anche specularsi in quelle che sono tracciati poetici di valori emozionali elevati. “Mnemosyne” è il titolo che ha come sottotitolo “Fili di memoria”. Una raccolta che ha una eloquente e straordinaria prefazione del saggista Franco Trifuoggi, che viviseziona il verso ispirato dell’autrice e ne coglie essenzialità continue, usando termini altamente culturali e propri di uno studioso della poetica; la postfazione di Teresa Gentile, anche lei saggista e critico letterario, che esprime dell’Amalia Marmo la musicalità evocativa della sua parola che si fa compendio, che si fa poesia. Il tutto per i tipi di “Archivia” di Lucania Basilicata di Rotondella. La poesia di Amalia Marmo colpisce per la sua intelligenza fresca, ricca, esplodente e vigorosa, che spazia dagli amori familiari, il padre, la mamma, il paese natio dove vive ancora oggi, la sua terra. E lei che ha cantato versi per i suoi alunni e li ha edotti nelle spiegazioni e costruzioni e nelle parafrasi di poeti delle letteratura italiana; involontariamente porta dentro di sè l’emblema del Leopardi, e in questa ultima produzione viaggia sui binari della memoria prolifica e sempre verde. Ne cuce e ricama versi liberi in stile, e se Leopardi della memoria riporta immagini indefinite e vaghe dell’infanzia e della fanciullezza, Amalia ne segmenta la realtà che emoziona ogni suo ricordo e ne traduce versi sentiti, propri, spontanei e legati al cuore al vissuto. Ecco la poetessa fa luogo alle persone, alle cose per evocarle sensazioni ed emozioni per definire una sua memoria che non abbia ad essere cassata ma rimanere integra nel tempo che fa perdere le cose fragili ma che si impossessa di quelle definite per riprenderle sempre e ritrovarsi in esse perché hanno eseguito un’azione. Se Leopardi nel suo Zibaldone ricorre a appunti e riflessioni che ha scritto nel corso della sua vita, Amalia Marmo ricorre alla memoria di volta in volta e ne percepisce il senso compiuto di qualcosa che ha colpito la sua sensibilità e ne ha lasciato rimembranza’, “Fili di memoria” appunto.

Carlo Abbatino

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