BasilicataCronaca

Inceneritore Fenice, prevista la cigs per 51 dipendenti

fenice_melfiNuova e preoccupante emergenza occupazione nell’area industriale di San Nicola di Melfi. Anche la società Fenice, che gestisce gli impianti legati al termodistruttore omonimo, e che la gente continua a considerare un pericolo ecologico, ha deciso di ricorrere all’utilizzo della Cig straordinaria a rotazione.

L’azienda ha motivato la sua scelta con il fatto che le attuali quantità di rifiuti urbani e speciali che vengono trattati nel Nord della regione non consentono una produzione abbastanza remunerativa. Le trattative tra Fenice e i sindacati vanno avanti da oltre un mese, senza mai trovare punti di vera convergenza: all’inizio della vertenza si paventava l’ipotesi della chiusura dell’impianto di smaltimento dei rifiuti, con la conseguente messa in mobilità del personale addetto. Ci sono stati dei piccoli passi avanti, ma Fenice continua a ribadire che oltre la Cigs a rotazione non vuole andare.

Il nuovo anno per i 51 dipendenti dell’azienda melfitana, situata a pochi passi dallo stabilimento auto della Fiat Sata, è iniziato all’insegna della preoccupazione e della paura per il loro futuro occupazionale. Un dato molto significativo: negli ultimi 15 anni, cioè da quando è entrato in funzione, in un clima di forte avversità, compresa quella di tutte le associazioni ambientaliste e principalmente dei cittadini, l’inceneritore ha smaltito in media, ogni anno, migliaia di tonnellate di rifiuti. Negli otto anni più recenti, in possesso di autorizzazione regionale provvisoria, ha ‘bruciato’ 30 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani e 35 mila tonnellate di rifiuti classificati ‘speciali’, in prevalenza di provenienza industriale, a prescindere dalla loro pericolosità o meno.

 

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