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Indetto referendum il 16 dicembre per il futuro dei comuni di Presicce e Acquarica del Capo

Domenica 16 dicembre le due comunità di Presicce e Acquarica del Capo, saldate geograficamente, saranno chiamate a decidere delle sorti dei quasi 10mila abitanti totali. In cantiere c’è la fusione tra i due comuni o lasciare due amministrazioni distinte. La genesi di questo progetto, il primo per ora in Puglia, affonda le sue radici nella scorsa tornata elettorale dei due comuni, nel 2014, quando durante la campagna che ha poi visto l’insediamento dei primi cittadini Riccardo Monsellato e Francesco Ferraro, i vari candidati delle liste (due ad Acquarica, quattro a Presicce) hanno fatto riferimento a un “avvicinamento” istituzionale tra le due comunità.
Inoltre esiste, da qualche anno, un’associazione sportiva calcistica intitolata “Mascapati”. Il nome è la somma di “mascarani” e patimori”, i due nomignoli affibbiati tradizionalmente agli abitanti di Presicce e di Acquarica del Capo. I due paesi, nello specifico, vantano una popolazione di 5mila e 285 il primo, 4mila e 653 l’altro. La superficie totale si attesta attorno ai 43,06 chilometri quadrati. Un alto tasso di mortalità e un esiguo numero di nascite è uno degli aspetti che li accomuna. Assieme condividono una caserma dei Carabinieri, una stazione ferroviaria, il cimitero e il territorio geografico: conurbato e armonioso, tanto da formare un continuum spaziale. Entrambi, inoltre, utilizzano la vicina marina di Lido Marini, ed hanno un piano urbanistico generale condiviso. Idem per le scuole, convogliate in un unico Istituto comprensivo a partire dal 2012.
Dovessero accorparsi completamente, i due comuni convergerebbero in unico centro che, su direttive della Regione Puglia, si chiamerebbe “Presicce-Acquarica”, perdendo la dicitura “Del Capo”.  Lo ha stabilito un Disegno di legge regionale, fresco di pubblicazione, il numero 187 del 13/09/2018. Lo stesso che, oltre al nuovo nome, stabilisce anche dove andrebbe a trovarsi la sede del nuovo municipio: a Presicce, in questo caso. Si tratterebbe della prima fusione in Puglia dopo l’entrata in vigore della legge Delrio nel 2013.
La data di istituzione del nuovo Comune sarebbe fissata a partire dal primo luglio del 2019. Se dovesse accadere, il primo anno sarebbe amministrato da un commissario prefettizio, fino alle elezioni dell’anno successivo. Se al referendum dovessero prevalere i “No alla fusione”, i due paesi voterebbero nel 2019, regolarmente. Le feste patronali, rispettivamente in onore di Sant’Andrea e di San Carlo, resterebbero in piedi ma si dovrebbe scegliere un’unica festa civile. Una sola. Infine, nel lungo periodo, si andrebbe con ogni probabilità in direzione di una nuova scelta toponomastica per indicare il nuoco centro.

 

 

 

 

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