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KLIMT di Raùl Ruiz per il 3′ appuntamento di BIOPIC – CINEMA D’ARTE – CINEPORTO DI BARI

Un biopic che più di tanti altri incarna l’idea di Cinema, quella collisione tra realtà e realtà immaginata, avamposto ultimo del sogno. E’ così che Raúl Ruiz preferisce restituirci il suo “Klimt”: opportunità, influssi, desideri e incontri di cui l’unica certezza è l’esistenza del loro doppio. La pellicola del 2006, diretta dal regista cileno, è il titolo scelto per l’appuntamento di giovedì 7 maggio alle 20.30 con Biopic – Cinema d’Arte al Cineporto di Bari. La rassegna, ideata e promossa dall’associazione PugliArte, è realizzata con il sostegno di Apulia Film Commission. A introdurre la visione, la docente e critica d’arte Giusy Petruzzelli. Ingresso gratuito (fino a esaurimento posti).
Non un agiografia né un omaggio poetico quello di Ruiz quanto, ricalcando lo stile dei suoi precedenti (“Genealogia di un crimine” e “Autopsia di un sogno”), un’operazione di meta-cinema dove il “film” che si svolge nella testa del protagonista – a partire da accadimenti reali o immaginati – si sovrappone a quello visionario di Ruiz e che potrebbe ben essere “il Klimt (di Ruiz) liberamente tratto dalla sua biografia”.
Non l’artista al lavoro, né i suoi (più noti) dipinti, ma la maestrìa di uno sguardo, dell’attore protagonista John Malkovich, che riesce a riprodurre quasi fedelmente quello del pittore così come le immagini dell’epoca lo ricordano. Ed è tutto filtrato da questo, come una doppia camera da presa, a cui rimanda lo stesso incontro con il regista Méliès in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900: i successi, i caffè viennesi, i dibattiti con gli intellettuali contemporanei, il rapporto conflittuale con la madre e la sorella, le amicizie femminili, e soprattutto la sua cifra stilistica, permeata di erotismo e sensualità che culmina nella passione amorosa con la ballerina Lea De Castro (Saffron Burrows), poi sua musa. Un racconto circolare che parte e ritorna a un letto di morte, a causa della sifilide, in compagnia dell’amico Egon Schiele (Nikolai Kinski), in un equilibrio naturale e necessario che contrappone dolore e piacere.
BIOGRAFIA
Raúl Ruiz, classe 1941, si era inizialmente dedicato agli studi teologici, abbandonati per accettare un’offerta del dipartimento di cinema sperimentale di Santiago del Cile che nel 1960 gli produce la sua prima opera: La maleta. Nel 1968 dirige Tres tristes tigres con il quale si aggiudica il Pardo d’oro al Festival di Locarno. Considerato un outsider tra i registi politicamente orientati della sua generazione, il suo lavoro risulta ironico, surreale e sperimentale. Nel 1973, poco dopo il colpo di stato militare di Pinochez, lui e sua moglie si stabiliscono in Francia.
Acquisisce la reputazione di un maestro d’avanguardia da parte della critica europea; dirige per l’Institut National de l’Audiovisuel francese e poi per il produttore portoghese Paulo Branco. Tra i film più noti del periodo Colloque de chiens (1977) che aprì a una lunga collaborazione con il compositore cileno Jorge Arriagada, e ancora Le tre corone del marinaio (1982) e La ville des pirates (1983), ispirato alla storia di Peter Pan.
Nel 1990, Ruiz inizia a lavorare con budget più alti e stelle come Marcello Mastroianni in Tre vite e una sola morte (1996), Catherine Deneuve, diretta in Genealogie di un crimine (1997) con il quale vince l’Orso d’Argento al 47° Festival del Cinema di Berlino Internazionale; e ancora Isabelle Huppert in Comedy of Innocence (2000), nomination per il Leone d’Oro a Venezia. Infine John Malkovich, diretto, oltre che in Klimt, anche in Il tempo ritrovato, adattamento dell’opera di Marcel Proust, e in Souls Savage (2001). Ruiz è morto nell’agosto 2011 e il suo corpo è sepolto in Cile dove gli è stata anche dedicata una giornata di lutto nazionale. La notte di fronte (2012) è stato proiettato postumo alla Quinzaine des Réalisateurs, sezione del Festival di Cannes 2012, mentre la vedova Valeria Sarmiento, collaboratrice e montatore di molti dei suoi film, ha completato Linee di Wellington (2012), l’epopea napoleonica che il regista stava preparando quando è morto e che era in concorso per il Leone d’oro a Venezia. I due film stati proiettati nel 2012 al Toronto International Film Festival e al New York Film Festival.
Info: www.pugliarte.it

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