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“La Basilicata e la grande Guerra”, presentate iniziative

“Il sentimento patriottico non è quello del conflitto, della chiamata alla armi. Questa iniziativa voluta dalla presidenza del Consiglio regionale vuole essere il tentativo per separare quello che in epoca fascista è avvenuto e cioè la sovrapposizione tra patria e guerra. E’ un tentativo culturale che facciamo da un’area, la Basilicata, che può apparire periferica anche alla prima guerra mondiale ma che ha dato il più grande contributo di vittime in percentuale ai residenti”. Così il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza che ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, il progetto sulla “Basilicata e la Grande Guerra” frutto della collaborazione tra lo stesso Consiglio regionale della Basilicata ed il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con il coinvolgimento dell’Archivio di Stato di Potenza, in occasione del centenario dall’inizio della partecipazione dell’Italia al conflitto mondiale.
Presenti all’incontro con la stampa anche i vicepresidenti dell’Assemblea Paolo Galante e Francesco Mollica, la direttrice dell’Archivio di Stato del capoluogo, Valeria Verrastro, Donato Verrastro della Università degli Studi di Salerno e il dottore di ricerca Gaetano Morese.
“Oggi – ha aggiunto Lacorazza – viviamo in società in cui l’individualismo la fa da padrone. Di qui la necessità di scavare le nostre radici per dire che ci sono stati eventi comuni che hanno costruito pezzi di storia e di identità che sono appartenuti a tutti. Serve a capire che le comunità nel loro complesso hanno attraversato momenti difficili ma insieme possono raccontare la grande guerra, una guerra forse inutile, anzi inutile, ma sicuramente uno sguardo di speranza può essere costruito attraverso la memoria. Il lavoro di ricerca, di scavo e di didattica è fondamentale altrimenti nulla di strutturale e strutturato rimane per quelli che verranno dopo di noi”..
“Il progetto – ha spiegato Valeria Verrastro – ha come obiettivo la realizzazione di una mostra di documenti e cimeli, che sarà inaugurata ad ottobre nel museo provinciale di Potenza, e la stampa di un catalogo. Si tratta di documenti provenienti dall’Archivio di Stato di Potenza e dalla carte della Prefettura ma anche da privati, quali il generale Pennella di Rionero e il colonnello Salinardi di Ruoti”. “Per raccontare la grande guerra – ha aggiunto Valeria Verrastro – abbiamo voluto far parlare i documenti, così da restituire la voce a uomini e donne di quel tempo anche attraverso un percorso multimediale curato dal giornalista Rocco Brancati. Il progetto prevede anche la informatizzazione dei dati dell’albo d’oro dei caduti della nostra regione nella grande guerra, l’informatizzazione di 42.000 schede di notizie date ai parenti dei soldati in guerra dall’esercito ed una edizione critica delle lettere del Generale Pennella. Abbiamo puntato sulle attività di valorizzazione del patrimonio archivistico e di schedatura informatizzata miranti a portare alla luce le storie degli individui e delle famiglie lucane che furono fortemente influenzate da eventi storici di enorme portata, come appunto l’emigrazione lucana e la Grande Guerra”.
“Abbiamo voluto questo progetto – ha detto Francesco Mollica – che non è celebrazione della guerra ma ricerca e ricordo relativi a tutti i settori della società che hanno interagito con questo tragico evento. E’ nostra intenzione recuperare ciò che rappresentano i monumenti a caduti e, dove è necessario, provvedere alla loro manutenzione”. Per Paolo Galante “si è voluto ricordare quanto sia doloroso e difficile costruire una nazione. Bene la ricerca e la didattica ma è indispensabile ricordare a tutti che nulla arriva per caso e la storia deve tener vivo il ricordo di quanto accaduto nelle nuove generazioni”.
“La grande guerra –ha detto Donato Verrastro – è momento di cesura storica: per certi versi, chiude il lungo Ottocento e apre ad un’altra dimensione, nella quale l’innovazione, la velocità e la percezione di uno spazio più contratto sono indicativi di una nuova epoca. Il percorso proposto dalla mostra porta alla luce, oltre alle testimonianze provenienti da collezioni private, le carte classificate come ‘Guerra Italo-Austriaca’ del fondo Gabinetto della Prefettura di Potenza, le quali evidenziano almeno due elementi interessanti: per un verso confermano la rottura del cliché di una guerra combattuta apparentemente solo sui fronti di battaglia e per l’altro testimoniano l’attività legata alla costruzione del consenso locale intorno alla partecipazione dell’Italia al conflitto. Sotto questo profilo, tra le altre cose, sarà ricostruito, l’articolato dibattito locale intorno al tema della guerra nazionale, oltre che l’azione di controllo che, dal centro, si propagava fin nelle periferie più lontane, con lo scopo, spesso dichiarato, di assicurare la tenuta dello spirito pubblico”.
“Le carte d’archivio sulla Basilicata e la grande guerra – ha detto Gaetano Morese – documentano un’articolata mobilitazione civile sul territorio lucano; la Basilicata, infatti, partecipò alla guerra anche con una strutturata assistenza civile territoriale, di cui spesso furono protagoniste le donne, che provvide ai bisogni di chi era rimasto a casa e che si curò, ad esempio, dei profughi provenienti dal Nord. Con loro giunsero sul territorio lucano anche i prigionieri che contribuirono ai lavori agricoli, mentre gli emigrati lucani sparsi per il mondo parteciparono alla guerra mantenendo un legame patriottico con la terra natia, finanziando l’assistenza, sottoscrivendo i prestiti nazionali e, successivamente, contribuendo all’erezione dei monumenti ai caduti. La mostra, tra l’altro, documenta la dimensione mondiale di un conflitto che vide arrivare, in Basilicata, gli interventi della Croce Rossa Americana”.
“Il progetto che abbiamo avviato – ha concluso il presidente Lacorazza – è basato sulla ricerca, sullo scavo, elementi che spingono a ragionare sulle radici e queste ultime aiutano ad un grande esercizio di memoria collettiva. E’ così che in questi anni abbiamo costruito un grande lavoro con le scuole, un asse che dal nostro punto di vista è fondamentale in un mondo nel quale tutto appare omologato, tutto indistinto. Ed è la omologazione, la tecnologia che fa perdere il senso delle radici. Una lettura diversa della Grande guerra. Non una commemorazione ma una narrazione utile a raccontare e raccontarci chi siamo stati e dove vogliamo andare. Il tema ‘pace-guerra’ è tema del nostro tempo perché la pace non è assenza di guerra e perché il Mediterraneo non è un luogo di pace. La guerra non è solo quella che abbiamo conosciuto e che ci hanno raccontato. Abbiamo voluto mettere insieme la grande guerra con il primo grande flusso di emigrazione che ci fu alla fine dell’ottocento, inizio novecento perché il legame tra emigrazione e grande guerra ci sembrava di grande valore”.
Nel piazzale antistante la sede del Consiglio regionale è stato quindi scoperto un pannello commemorativo con le immagini di 131 monumenti ai caduti di tutti i Comuni lucani. “Il senso che vogliamo attribuire a questa operazione – ha precisato Lacorazza – è quello di stringere il rapporto tra regione e 131 campanili. Ci sono nomi e cognomi su quei monumenti e vogliamo che essi non restino anonimi.n Nel pomeriggio di oggi, l’appuntamento con le celebrazioni della Grande Guerra si sposta a Tito dove alle ore 18.00, presso il Chiostro del Convento di S. Antonio, avrà luogo il convegno sul tema “Tra Guerra ed Emigrazione: Storie di Lucani”. In apertura i saluti del sindaco di Tito, Graziano Scavone, di Fabio Laurino, assessore con delega all’Istruzione, Cultura e Turismo del Comune di Tito, di Paolo Plini, ricercatore del Cnr di Roma e di Vincenzo Lapenna, presidente del Cnr – Area di ricerca di Potenza. Previste, quindi, le relazioni di Valeria Verrastro, direttrice dell’Archivio di Stato di Potenza, Donato Verrastro dell’Università degli Studi di Salerno e Gaetano Morese, dottore di ricerca. Dopo la premiazione del concorso “Mai più guerre” indetto da “Donne 99”, le conclusioni del presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza. Coordinerà i lavori, Francesco Mollica, vice presidente del Consiglio regionale della Basilicata.

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