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….La Basilicata senza confini!!!

“La vita potrebbe essere divisa in 3 fasi : Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce con il cambiare i canali”.

E’ quanto dichiara il Consigliere Regionale MPA Francesco Mollica.

La celebre frase di Luciano De Crescenzo rispecchia fedelmente l’importanza che ha assunto il mezzo televisivo nella società del nostro tempo.

Dunque l’arco temporale dal 24 maggio all’8 giugno avrebbe dovuto caratterizzarsi per un evento epocale atteso da tutti: il passaggio dalla televisione analogica al digitale, pari solo all’evento del passaggio delle immagini televisive da bianco e nero a colori del 1977.

Un salto in avanti, di accelerazione, direi, nella naturale evoluzione tecnologica della televisione con l’offerta di un maggior numero di canali e quindi di programmi a disposizione, oltre ad un miglioramento della qualità video e audio e ad un arricchimento della visione in termini di accesso ai servizi interattivi a tutto vantaggio, oltre ai fautori dello zapping , anche all’ambiente per il minore inquinamento elettromagnetico.

Un sogno per tutti: “Il futuro che diventa presente”!

Invece, ben lungi dalle aspettative dei lucani, il risultato finora ottenuto è il buio totale! o in caso di “grande fortuna”, si assiste impotenti all’interruzione nel bel mezzo della visione di una trasmissione avvincente, per “assenza di segnale”. Altro che futuro, siamo in pieno “ritorno al passato” a quando, nel lontano 1954 , ebbe inizio la programmazione ufficiale della RAI e si dovettero attendere ben tre anni

(31.12.1956) perché il segnale arrivasse su tutto il territorio nazionale.

Tutto nella norma, direbbe qualcuno, come per la maggior parte delle cose che avvengono in Basilicata e, chissà perché hanno sempre un iter tortuoso rispetto alle altre Regioni. Così, l’evento tanto atteso, ben lontano dall’offrirsi come reale opportunità anche per nuove imprese che intendessero affacciarsi sul mercato della televisione via etere (approfittando del maggiore spettro delle frequenze di trasmissioni disponibili), si è rivelato un autentico incubo! La domanda è alquanto Lapalissiana ma va posta! Perché non siamo pronti? Perché questo disservizio ? Eppure il Ministero per lo sviluppo economico aveva calendarizzato per tempo l’evento ed un dato è certo: nelle infrastrutture di trasporto e diffusione si è provveduto ad aggiornare le reti satellitari molto più velocemente di quanto sta accadendo per le infrastrutture via cavo e via etere terrestre.

Allora, con chi devono prendersela gli abitanti dei tanti Comuni della Basilicata che già prima dello “Switch Off” non godevano della visione del Tg 3 regionale e che oggi, pur attrezzati di tutto punto con decoder e antenne di ultima generazione, come da istruzioni televisive, lamentano la totale assenza del segnale che inibisce l’accesso ai canali? “Si stava meglio quando si stava peggio” tuonano gli anziani ,innervositi dall’abbandono dell’amorevole compagna televisione. Molto probabilmente non si è ancora provveduto a sostituire le attuali infrastrutture analogiche con apparati digitali e la motivazione qual è: non sono state impiegate risorse sufficienti, o hanno preso sottogamba il problema? Se questo è il dato, perché la Regione invece di trincerarsi in un “tutto va bene…” nella specifica conferenza stampa augurandosi che la RAI e le altre emittenti private provvedessero , non ha fatto il proprio dovere ascoltando gli operatori del settore e cercando di evitare l’ennesimo disservizio alla gente di Basilicata? Da facile Cassandra avevo previsto in anticipo gli accadimenti proponendo nella finanziaria del 2010-2011 proponendo un emendamento in tal senso che mirava proprio ad impegnare la Regione a stanziare fondi occorrenti quale contributo per investimenti

in infrastrutture agli operatori di settore, naturalmente bocciato. E in tutto questo trambusto il Co.Re.Com perché non si è fatto sentire per il ruolo che occupa ? Certo allo stato attuale l’organismo è tenuto decisamente sotto tono rispetto alle consorelle delle altre regioni dove, lì sì , i Co.Re.Com. tutelano i cittadini in una fattiva pratica imparziale. E’ noto a tutti che la Regione Basilicata si è inventata anche l’editoria creando concorrenza (sleale) sul mercato, perché allora il Co.Re.Com tace ? Eppure il suo Presidente che ritengo persona accorta come può accettare simili condizioni di vassallaggio nettamente contradditoria rispetto alla politica dei “mille passi”? Meditate gente…..meditate!

Francesco Mollica – Capogruppo MpA Regione Basilicata

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