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La chiusura annunciata allo spazio psichiatrico del “San Carlo” di Potenza

“La chiusura dello spazio psichiatrico del San Carlo è soltanto l’esito prevedibile e annunciato per le storiche difficoltà del dipartimento di salute mentale”.
Lo denuncia la segretaria regionale della Fials, il maggiore sindacato autonomo della Sanità, Luciana Bellitti: “E’ bastato che tre medici si ammalassero in contemporanea per far precipitare la situazione. Un’alternativa c’era: far ruotare altro personale del dipartimento di salute mentale e impedire così la chiusura e il trasferimento dei pazienti a Villa d’Agri, con tutti gli evidenti disagi connessi. Per i pazienti già ricoverati, trasferiti in un presidio ospedaliero molto meno attrezzato. Per quelli che arriveranno al pronto soccorso del San Carlo e da lì dovranno essere trasferiti. Come faranno gli infermieri a trasportare i pazienti in tso o agitati in ambulanza senza che un medico psichiatra li abbia prima valutati?”.
La segretaria regionale della Fials invoca l’immediato intervento della Regione: “Così si mette a rischio la sicurezza dei dipendenti. Ma si è preferito, pilatescamente, lavarsene le mani e adottare la soluzione più semplice e al tempo stesso dannosa. Il nuovo assessore alla Sanità, Francesco Fanelli, intervenga e apra un tavolo tecnico per consentire di affrontare le tante criticità esistenti”.
Bellitti ricorda che “la situazione dello spazio psichiatrico di Potenza è grave già da tempo. Non sono garantite idonee misure di sicurezza tanto che si è verificato quello che temevamo tutti. La carenza di medici è grave ma la mancanza di organizzazione del personale afferente al dipartimento salute mentale ha reso ancora più insostenibile la situazione. Una chiusura inevitabile per il verificarsi di un evento prevedibile resta ingiustificabile”.
Per la Fials, “ancora una volta si conferma la mancanza di una reale programmazione di un servizio così delicato rivolto alla tutela della salute mentale. Un tema oggi ancor più sensibile per le vicende legate al covid e a quel diffuso disagio psicologico che ha accentuato ancora di più il malessere psichico e sociale della popolazione. Manca una reale programmazione nella gestione delle attività del dsm”
“Privare un capoluogo di regione – conclude Bellitti – di un servizio così strategico e funzionale alla salvaguardia di pazienti che per la patologia trattata hanno bisogno di una particolare attenzione è grave. Manca una visione prospettica del Dipartimento, segnale di un totale abbandono del personale sanitario che quotidianamente deve combattere e risolvere problemi nell’emergenza a causa di una mancanza totale di capacità nel gestire un servizio cosi delicato. Anche il progetto di ristrutturazione per rendere il reparto idoneo al tipo di degenza che ospita è caduto nel nulla. Per tutte queste ragioni si invita la Regione ad intervenire con l’apertura di un tavolo tecnico per far fronte a questa situazione”.

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