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La popolazione scolastica della Basilicata ha perso circa 9 mila alunni dal 2018 ad oggi

“La preoccupante notizia che la popolazione scolastica della Basilicata ha perso circa 9 mila alunni dal 2018 ad oggi non può passare inosservata ed essere archiviata come un dato statistico qualunque. Un andamento come questo merita di essere messo al centro dell’attenzione di tutte le forze politiche e istituzionali della regione e di essere analizzato nel profondo per capirne le ragioni e per individuare le misure che andrebbero attivate per cercare di frenare il trend negativo”. Lo ha detto in una nota l’eurodeputata del Sud e della Basilicata Chiara Gemma.

“E’ chiaro a tutti che le motivazioni di fondo sono contenute nella diminuzione delle nascite che è un problema nazionale, ma non va sottovalutato – ha precisato l’europarlamentare – che in Basilicata c’è anche il gravissimo fenomeno dello spopolamento e della dispersione scolastica. Infatti, la percentuale degli alunni lucani in calo è più elevata in proporzione rispetto al resto d’Italia. Quindi, in Basilicata c’è anche il problema che i giovani vanno via per ragioni di studio universitario o per trovare lavoro e non tornano più. Poi, bisogna considerare chi lascia la scuola, o la frequenta in modo irregolare, per motivi socio-economici dovuti alla povertà della famiglia o del territorio dove risiede”. 

 

“Senza i ragazzi e i giovani e senza una scuola forte, presente nei territori e ben organizzata, il futuro e la società civile si frantumano e si impoveriscono. Questa emergenza – ha sottolineato l’on. Gemma – deve diventare una priorità ed essere messa al primo posto. Prima di tutto rispetto allo spopolamento, e poi analizzando con estrema precisione la situazione dell’istruzione scolastica e dell’andamento delle iscrizioni all’Università della Basilicata. Serve – ha concluso l’eurodeputata – predisporre un piano di interventi e di azioni mirati, coordinato con il Miur, che possa bloccare il fenomeno e garantire sostegni straordinari per il diritto allo studio e per far sì che i giovani lucani non siano costretti ad abbandonare la regione. Se non si interviene su questo, l’intera struttura sociale, le prospettive e le speranze verranno penalizzate e sarà una grave responsabilità istituzionale e politica non averlo fatto”.

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