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La proposta di Fratelli d’Italia a tutela del benessere animale. Commento della candidata lucana al Senato, Annamaria Guerricchio

Nel nostro Paese è sempre più diffusa una forte coscienza animalista che se da una parte va di pari passo con l’aumento dei cosiddetti “pets” nelle case degli italiani, dall’altra non trova corrispondenza nella riduzione dei reati di maltrattamento verso gli stessi animali. Gli abbandoni, le condizioni di allevamento e di lavoro inidonee, gli atti di crudeltà ed il traffico illegale di specie proibite non accennano a diminuire.

Il Codice Penale prevede per questi delitti sanzioni e pene severe ma in realtà vengono spesso comminate pene lievi a cui può seguire la sospensione condizionale della pena o addirittura la messa in prova del reo presso strutture ospitanti animali. Questa paradossale discrepanza tra quanto prevede la norma e le misure realmente adottate per contrastare e punire questi reati fa sì che il fenomeno non accenni ad arrestarsi.

La violenza verso gli animali non è da considerarsi solo una condotta socialmente inaccettabile ma può in alcuni casi rivelarsi predittiva di una violenza che si esprimerà in futuro con azioni delittuose contro la persona. Ovidio Publio Nasone affermava più di 2000 anni fa che “La crudeltà sugli animali è tirocinio di crudeltà verso gli uomini”, tesi poi confermata dalla moderna letteratura scientifica internazionale.

Uno studio statistico retrospettivo condotto nel 2016 nelle carceri italiane dimostra l’esistenza di un chiaro nesso tra una condotta violenta contro gli animali, perpetrata in modo diretto o indiretto e spesso in età minorile, e la comparsa nel tempo di atti criminosi ai danni di persone.

Nel programma elettorale di Fratelli d’Italia si fa esplicito riferimento alla tutela del benessere degli animali e si propongono a questo scopo campagne di educazione e sensibilizzazione, il riconoscimento giuridico del loro ruolo sociale e terapeutico ed un inasprimento delle pene contro i reati di maltrattamento che oltre a danneggiare gli animali sono potenzialmente prodromi di condotte antisociali e di violenza contro la persona.

Sarebbe auspicabile altresì l’applicazione di un’aliquota IVA ridotta sulle spese veterinarie attualmente al 22% al fine di consentire un accesso alle cure più sostenibile, misura che porterebbe alla riduzione del fenomeno dell’abbandono e del randagismo con un notevole risparmio per tutta la collettività.

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