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La sanità continua a preoccupare….

E’ il popolo del web quello più agguerrito. Parla senza remore, condanna e loda senza mezzi termini, ma per quanto “temerario” pare che talvolta le iniziative della rete, scorrano su un mondo parallelo. Nel nostro lavoro di navigazione e scelta delle iniziative a cui dar voce, il blog del dottor Paolo Calciano, da sempre impegnato in campagne di prevenzione e azioni mirate al dialogo con i giovani.

In uno dei suoi interventi nel blog paolocalciano.blogspot.com, importante il passaggio relativo il concetto di aziendalizzare il settore sanità. Il blog riporta:

“La salute non è una merce, le ragioni di un’azienda che produce manufatti, non può mai applicarsi al prodotto salute, pur in un ambito di regole e d’indirizzi definiti.La sanità non può, né deve essere regionale, il quadro di riferimento deve essere nazionale, anzi per alcuni ambiti utile una valutazione europea, quali le malattie rare.Indispensabile una politica nazionale per l’ubicazione dei servizi ad altissima tecnologia, prevedendo, contestualmente, pari opportunità d’accesso in ogni parte d’Italia per ogni cittadino.Favorire una politica della qualità certificata delle prestazioni, tale da indurre un miglioramento complessivo dell’offerta salute in ogni regione, che renda inutile la migrazione sanitaria.Il SSN è un sistema che ha retto finora, ha garantito tutti i cittadini, pur se va migliorato, potenziato e razionalizzato garantendo l’unitarietà e la sussidiarietà del Sistema Sanitario Nazionale.La lotta agli sprechi interessa il cittadino come gli stessi operatori del pianeta sanità: lotta agli sprechi = maggiori risorse da investire nel sistema sanitario.Occorre un patto tra i professionisti della sanità, i medici, che devono riavere un ruolo primario.Patto tra medici di famiglia, medici ospedalieri e del territorio per elaborare insieme strategie che vadano nella direzione dell’appropriatezza delle cure, dei percorsi diagnostici, nell’ottica di offrire la migliore prestazione con il prezzo più contenuto.Prevedere percorsi che partendo dalla centralità dell’uomo razionalizzino la spesa.In questo quadro la programmazione delle spese tecnologiche va fatta non a livello della singola azienda sanitaria, ma a livello regionale e nazionale”.

In un’epoca in cui il ticket sta pregiudicando il diritto alla salute e i sindacati ormai sono sul piede di guerra per tutelare le fasce più deboli, riteniamo che queste valutazioni dovrebbero essere alla base di ogni decisione in materia.

(DD)

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