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La Pizzica: “Tutti si innamorano di questa danza, di questo ritmo, perchè in fondo ognuno di noi è tarantato”

Moana Casciaro, ballerina di pizzica, ci racconta la sua Notte della Taranta.

Il celebre festival musicale de “La notte delle Taranta” riassume, nel segno della tarantola, la forte identità salentina: i “pizzicati” ballano fino all’alba, si dimenano senza sosta in attesa di ricevere la grazia di Santu Paulu che, secondo la tradizione, libera “l’invasato “dal veleno rilasciato dal morso della taranta.

Abbiamo intervistato Moana Casciaro, ballerina di pizzica che assieme a suo marito, il tamburellista Carlo ‘Canaglia’ De Pascali, si esibisce con l’Orchestra Popolare della Notte della Taranta.

Moana Casciaro, classe ’73, salentina “intra lu core”

Esatto, da 37 anni vivo a Diso, un paesino che si affaccia sull’Adriatico, 50km a sud di Lecce.

Cos’è la pizzica?

Tanti mi fanno questa domanda, e spesso la mia risposta è preceduta da un assoluto silenzio. Il mio timore è quello di non di non “riuscire” a spiegare agli altri quello che sento come intimamente mio, il subbuglio che provoca questo termine dentro di me: Pizzica. Tante cose attraversano contemporaneamente la mia mente: terra, tradizione, lavoro, sofferenza, amore, lotta,  sole, allegria…e anziani, perché quando parli di pizzica con loro gli occhi brillano di una luce magica…

Come ti sei avvicinata alla pizzica?

Mi sono avvicinata a questo mondo quasi per caso, all’inizio degli anni ’90: a Vignacastrisi, un piccolo paese vicino Diso, un mio parente cartapestaio organizzò una festa popolare in una “corte”; seppi che sarebbero venuti dei musicisti a “fare delle ronde” e la cosa mi incuriosii tantissimo: i miei genitori frequentavano balere e quindi ho sempre danzato musica folk, ma la pizzica non sapevo cosa fosse. Ricordo che appena sentii suonare questa musica me ne innamorai: i piedi si muovevano da soli, il corpo era in fermento come se quella musica mi appartenesse da tempo.

Mi attiravano quei musicisti disposti in cerchio ( “ronda”): coppie di danzatori di ogni genere ed età si alternavano nella danza all’interno di questo cerchio magico creato dalla ronda. Ciò che accadeva davanti ai miei occhi mi incuriosiva e iniziai a fare delle domande…quella danza, quella musica la chiamavano ” pizzica pizzica ”

Dopo quella volta iniziai a frequentare festicciole private e piccole sagre;  non vi era mai tanta gente, i musicisti preferivano i “canti ” alle pizziche, ma anche se si danzava poco l’atmosfera era bella: una frisella e un bicchiere di vino bastavano ad aizzare i più incredibili racconti degli anziani…

…e nessuno di loro ti ha mai raccontato delle “tarantate”?

Su questo argomento erano tutti molto discreti, era un misto tra leggenda e realtà. Alcuni anziani mi raccontarono dell’esistenza di anziane tarantate, tuttavia inavvicinabili per volere delle famiglie; altri mi dissero di non aver mai visto in vita loro una tarantata o, ancora, che si trattava solo di una fantasiosa credenza popolare.

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Qual è la tua verità sul tarantismo?

Di certo vero era che colpiva spesso le donne: impegnate a lavorare nei campi le Fimmene erano, infatti,  maggiormente soggette al “morso” del ragno velenoso.

Il tarantismo rimaneva, comunque e soprattutto, un malore psicologico: donne frustrate, stanche del ruolo impostogli da una società tiranna che non permetteva loro di esprimere il proprio pensiero…la linea di confine tra normalità e follia si assottiglia in casi del genere, la malattia è a un passo.

La pizzica si impara o si “improvvisa”?

Nel 1996 a Diso nasce Ariacorte, un gruppo di musica popolare che intende tramandare la cultura e le tradizioni del Salento…e si iniziò a ballare, a ballare …

Iniziammo a danzare nel tentativo di imitare i passi visti, centinaia di volte, nei video-documentari degli etnomusicologi degli anni ’80, ma dopo poco l’improvvisazione prese il sopravvento: i piedi seguivano il ritmo del tamburello, più i musicisti insistevano sui loro strumenti più per noi ballerini era difficile non perdere il contatto con la realtà…nel cuore di ogni ballerino o spettatore o musicista quel ritmo diveniva vitale.

Gli Ariacorte ti consacrano definitivamente nel nome della taranta. D’ora in avanti il ritmo sarà la tua unica guida.

Proprio così: iniziai a danzare e danzare e danzare sia col mio gruppo, Ariacorte, che con altri gruppi del Salento. Sempre più spesso sul palco erano richieste danzatrici o coppie di danzatori. Cominciarono allora le mie collaborazioni, soprattutto fuori dalla città di Lecce.

Qual è la  differenza tra la pizzica e la danza della tarantata?

La danza della tarantata a mio avviso non dovrebbe essere proposta nelle piazze e sui palchi poiché, al contrario della pizzica tradizionale, non è una danza di divertimento.

Da qui è nata la necessità di creare dei veri e propri corsi di pizzica, col duplice intento di insegnare le basi della danza e spiegarne il backgound (il significato. la cultura, la tradizione, il Salento).

Com’è avvenuto l’incontro con tuo marito, il tamburellista Carlo de Pascali?

Nel 2003 ci incontrammo per lavoro e iniziammo a condividere le nostre esperienze: lui era il virtuoso tamburellista del Salento e danzatore in stile tradizionale Carlo De Pascali, detto “Canaglia”. Con lui iniziai a frequentare luoghi e ritrovi a me prima sconosciuti e, soprattutto, venni catturata dal fascino di stornelli e canti d’ amore e di lavoro, insegnatimi con cura e passione dagli anziani del luogo.

Sia tu che Carlo,in più occasioni, avete preso parte al famoso concertone della Notte della Taranta.

Carlo è un componente fisso dell’Orchestra della Notte della Taranta di Melpignano e lavora con loro da quando è nata la manifestazione.

Io l’ ho incontrato solo 2003 quando l’Orchestra, diventa ormai un’icona della musica popolare, girava l’Italia ed il mondo grazie ai suoi grandi direttori artistici.

Ho sempre seguito il concertone dal backstage, poi nel 2009 ho danzato per l’ edizione di Mauro Pagani e nel 2010 per quella di Ludovico Einaudi.

Prossimi eventi in calendario?

A Capodanno torniamo a Matera: due anni fa abbiamo suonato nella splendida cornice dei Sassi e questa volta, per l’ultimo dell’anno, ci esibiremo a Villa Schiuma…

Tutti pizzicati !!!

Valentina Focaccia

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