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L’assessore Mazzocco interviene sullo stato calamità nel materano

“La dichiarazione dello stato di calamità da parte del Governo a seguito delle piogge alluvionali che hanno colpito alcuni territori delle Regioni Veneto, Toscana e Basilicata rappresenta un atto dovuto per risarcire i danni alle strutture aziendali ed alle infrastrutture connesse all’attività agricola provocati tra fine del mese di ottobre e la fine del mese di novembre del 2010”. E’ il commento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Basilicata, Wilma Mazzocco, all’emanazione dei decreti dello scorso 8 febbraio,  inviati alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione, con i quali è stato dichiarato lo stato di calamità naturale a carico di alcuni Comuni delle Province di Padova, Treviso, Verona e Vicenza per la Regione Veneto, della Provincia di Massa Carrara per la Regione Toscana, e infine della Provincia di Matera per la Regione Basilicata.

“E’ evidente – sottolinea l’assessore – che è un provvedimento che solo parzialmente viene incontro alle esigenze del mondo agricolo del Materano come richiesto dalla giunta regionale della Basilicata”. L’assessore ha ricordato “le iniziative promosse con il vertice a Policoro del 6 novembre 2010 al quale hanno partecipato gli amministratori e le organizzazioni agricole di 13 Comuni della provincia di Matera, e con il sopralluogo di alcune aziende colpite dal maltempo”. Mazzocco ha evidenziato “che la giunta regionale ha tempestivamente richiesto al Governo di attivare le provvidenze del Fondo nazionale di solidarietà per le calamità naturali. I danni riguardano non solo le coltivazioni, ma anche case coloniche, strutture di ricovero del bestiame, strade rurali ed intercomunali, acquedotti e servizi. Per questo – ha continuato – servono risorse per gli interventi di ripristino, che solo il Dipartimento nazionale della Protezione civile e il Governo possono assicurare”.

“Il problema delle risorse che l’Ue metterà disposizione con la Pac dopo il 2013 – ha concluso la Mazzocco – è fondamentale per il futuro delle aziende agricole e in generale dell’agricoltura meridionale e lucana. Le Regioni e il sistema istituzionale italiano devono dunque lavorare in sintonia in merito all’entità dei fondi comunitari e ai nuovi criteri di erogazione con l’impegno di riportare al centro del dibattito sulla riforma della Pac post-2013, entrato da tempo nella nostra agenda di lavoro, il tema del reddito degli agricoltori, che soffrono più di altri gli effetti di un mercato ancora senza regole. In questo modo gli agricoltori, situati nei territori delimitati con i decreti, potranno far fronte ai danni subiti alle strutture aziendali, alla ricostituzione delle scorte eventualmente compromesse o distrutte, grazie agli aiuti recati dal Fondo di Solidarietà Nazionale previsti dal decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102”.

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