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L’associazione extralberghiere Puglia denuncia la crisi del settore turismo a poche ore dal ponte del 2 giugno

Un quadro desolante. E’ lo stato d’animo delle associazioni extralberghiere di Puglia a 24 ore dal lungo ponte del 2 giugno. “Da Nord a Sud della regione affittacamere, case vacanza, B&B sono rimasti vuoti. E questo appare il trend per i mesi a venire a parte quello di agosto che, a differenza dell’era pre Covid non è ancora da “tutto esaurito”, si legge nella nota dell’associazione.
Nell’ultimo fine settimana il direttivo ha visitato la costa garganica, adriatica, quella Jonico-salentina, l’hinterland, constatando ovunque l’assenza di turisti. “Il comparto ha paura perché non si intravede luce alla fine del tunnel. La nostra esperienza non è ascoltata. La nostra presenza non è rispettata. Le politiche istituzionali non tengono conto dei nostri numeri e della nostra conoscenza del mercato”, è l’analisi di Cinzia Capozza, presidente di Aep. I motivi alla base della crisi sono di gran lunga economici, dato che dopo oltre un anno di pandemia il target di riferimento delle strutture extralberghiere ha meno disponibilità di denaro da spendere in viaggi, ma tanta voglia e bisogno di vacanza.
I tempi della campagna vaccinale, inoltre, suggeriscono di rimanere nel circondario di casa riducendo la possibilità di fare business con il turismo di prossimità. “Anche le politiche al ribasso delle strutture d’élite – conclude la presidente Capozza – impongono il cosiddetto dumping, cioè la forzatura dei prezzi che riduce i ricavi. Se è vero che il turismo costituisce il 13% del Pil nazionale, senza considerare l’indotto, a noi sembra che le politiche per favorire la sua ripresa siano ancora blande se non addirittura inesistenti”.

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