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L’associazione Italiana Esposti Amianto Val Basento (AIEA VBA) denuncia l’interruzione del programma di sorveglianza sanitaria attiva dei lavoratori esposti ed ex esposti ad amianto

Mentre prosegue la campagna vaccinale e il numero dei contagi è in diminuzione, le attività dei maggiori ospedali lucani dovrebbero riprendere le normali attività. Purtroppo non si tratta di un percorso semplice, viste e considerate le carenze endemiche a cui ci ha abituati il sistema sanitario regionale: le segnalazioni di disservizi e di ritardi nelle visite programmate sono tantissime.

Forse per i più è passata in secondo piano la lettera aperta dell’Associazione Italiana Esposti Amianto Val Basento (AIEA VBA), nella quale si denuncia l’ingiustificata interruzione del programma di sorveglianza sanitaria attiva dei lavoratori esposti ed ex esposti ad amianto. È dallo scoppio della pandemia, ovvero marzo 2020, che i 2500 ex lavoratori e lavoratori esposti ad amianto in sorveglianza attiva presso l’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera non vengono sottoposti ai controlli previsti dalla normativa regionale. Si tratta di veri e propri screening fondamentali per evitare l’insorgere di malattie collegate all’esposizione con le fibre di amianto come il tumore ai polmoni. Le campagne di prevenzione effettuate negli anni scorsi hanno contribuito a diagnosticare precocemente l’insorgere di tumori, permettendo la sopravvivenza dei soggetti colpiti e contribuendo a migliorarne le condizioni di vita. 

La pandemia sembra aver spazzato via queste attività di prevenzione e dall’ASM non pare  giungere alcun segnale: gli incontri tenutisi nel mese di ottobre 2020 e gennaio 2021 presso la Regione Basilicata, non avrebbero sortito alcun esito. Ricordiamo che l’U.O. di Medicina del Lavoro dell’ospedale di Matera ha seguito la più numerosa popolazione di lavoratori esposti ed ex esposti ad amianto sul territorio nazionale dal 2006, anno di attivazione del servizio. Riteniamo che l’ASM debba fornire una risposta immediata a queste persone alle prese con la minaccia delle patologie asbesto collegate. Abbiamo pertanto chiamato in causa l’assessore competente per avere risposte in merito.

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