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‘L’enigma in scena’, una sollecitazione a meditare sul futuro già presente

E’ in atto a Massafra, presso l’Istituto “Domenico De Ruggieri”, un laboratorio di approfondimento delle tematiche che emergono dalla lettura della nuova opera letteraria “L’Enigma in scena” (la ventunesima) della scrittrice, poetessa e saggista massafrese Antonietta Benagiano.”  Ma andiamo con ordine. Sono ben 21 i racconti inseriti nel suo nuovo libro che è stato edito lo scorso agosto 2017 dall’Istituto Italiano di Cultura di Napoli con Saggio introduttivo del direttore prof. Roberto Pasanisi e Nota critica del compianto poeta e intellettuale Giorgio Barberi Squarotti. Per esso non troviamo attributi più appropriati di quelli espressi dal prof. Pasanisi, scrittore e psicologo clinico di chiara fama e altro ancora. “Fulminei e fulminanti” sono, infatti, questi racconti densi di significato nella loro brevità, un manifesto da cogliere per riflettere su quel “tramonto dell’umano” già in atto che la Benagiano porta allo stremo in un futuro totalmente dominato dalla tecnica. Esso è, nello stesso tempo, “perso per la libertà e per la spiritualità”, come il Pasanisi afferma riportando il pensiero che George Bernanos esprimeva in “La France contro le robots”. Tecnica che macina altra tecnica sino a possedere l’essere che a essa si conforma disumanizzandosi: personaggi robotizzati, dal pensiero massificato, sottratti alla bellezza della singolarità, e continuano a vivere senza avere più coscienza di quel che hanno perso, indifferenti alla bruttezza, alla rovina del pianeta che essi stessi hanno prodotto. E nelle connessioni a profusione, sommersi da infiniti contatti globalizzati, da luccichii senza la luce che dà calore, vivono una solitudine ancora maggiore di quella che da sempre ha accompagnato l’essere umano. Ed emerge dai racconti una inquietante burocrazia, assurge a divinità, “si nutre di sacrifici umani  (come scrive il Pasanisi) e di ferree regole oscure che annichilano ogni senso dell’essere uomini”. E il prefatore sottolinea: “Non è, in realtà, una <<società liquida>> baumaniana quella che ci descrive Antonietta in Enigma, ma qualcosa di più e di diverso: attraverso la metafora futuristica dei suoi racconti è una società virtuale che l’interconnessione elettronica delle ‘macchine intelligenti’ disumanizza al punto da rendere privilegiato il rapporto con la tecnologia piuttosto che con l’umano…”. Un Narciso di natura diversa, “il cui ideale (lo rileva il Pasanisi) è il successo indiscriminato, non come petrarchesca gloria ma come consenso di massa e possesso famelico e insaziabile di beni di consumo”. E prosegue: è una “historia terribilis”, da cui la Benagiano prende le distanze attraverso “la collocazione delle storie sull’orizzonte temporale di un futuro remoto”, per cui ha la possibilità “sia di dispiegare tutta la forza di una fantasia immaginifica, sia di prendere le distanze da una materia che ribolle emotivamente”.  E aggiunge che viene questa materia esposta “con una calviniana ‘leggerezza’ “.  Per questo, Giorgio Barberi Squarotti in una lettera ad Antonietta Benagiano (Torino, 24 ottobre 2016), tra l’altro, scrive: “… ancor più mi danno festosa emozione e divertita speranza i Suoi racconti della vita di gioie e di crucci, sempre sorretti da una scrittura elegante e alacre. Conta di pubblicarli? Dovrebbe trovare un bel titolo suggestivo e vivace…”.  E la Benagiano accoglie il suggerimento, ci dice di aver mutato il titolo da Brevia in L’enigma in scena. Il nuovo titolo è, in una successiva lettera (16 gennaio 2017), ritenuto “ottimo” dall’illustre Giorgio Barberi Squarotti che aggiunge: “Spero che L’enigma in scena esca presto e abbia molti e attenti lettori”. Sollecitano i racconti di Antonietta Benagiano, che potremmo definire ‘alieni’ rispetto alle correnti forme narrative, a riflettere sull’ homo technologicus irretito dalle nuove divinità che gli hanno programmato l’annientamento di ogni autentico valore umano, portandolo quindi alla deriva, a una rovinosa perdita. C’è, però, da aggiungere che nella Premessa la scrittrice, pur ponendo in rilievo la sua resistenza “alla logica imperante”, ai temi “ritriti e anodini” e ad adozioni linguistiche degradate, ha fiducia in lettori che vogliano “meditare sull’enigma da sempre il più enigmatico della esistenza, sul tempo che, più di quanto non sia in precedenza accaduto, sta volgendosi a un futuro oltremodo enigmatico”. Per L’enigma in scena è in atto (come abbiamo già accennato), promosso dalla Scuola “ Domenico De Ruggieri” di Massafra, dal suo dirigente prof. dott. Stefano Milda, un laboratorio di approfondimento delle tematiche che emergono dalla lettura del libro della Benagiano. Il laboratorio, con la partecipazione delle classi III D e IV D del Liceo Scientifico e IV E e V E del Liceo Classico, proposto dalla prof. Maria Carmela Pagliari, docente dello stesso Liceo, è stato accolto dalle colleghe proff. Pasqua Loré, Carmela Loreto e Paola Sasso. Al laboratorio è stata invitata anche la stessa scrittrice Antonietta Benagiano che vi sta partecipando con tanta disponibilità e entusiasmo. Alla fine del laboratorio, anche se ancora non è stato confermato, previsto un “Incontro con l’Autore”.

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