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ll Consorzio di Tutela non ha la facoltà di intervenire sul prezzo di vendita delle uve Primitivo di Manduria

“A pochi giorni dall’inizio della vendemmia vi è ancora incertezza sull’individuazione del miglior prezzo di acquisto per le pregiate uve di Primitivo di Manduria. – dichiara il presidente del Consorzio di Tutela Novella Pastorelli – Si va, indubbiamente, verso un calo della produzione ma al contempo vi sarà un ulteriore innalzamento della qualità del prodotto. Abbiamo assistito, negli ultimi 10 anni, ad una strepitosa ascesa del “brand” Primitivo di Manduria che ha registrato un aumento del volume d’affari del + 12 % passando da 182 milioni a 194 milioni di fatturato che ha comportato una crescita del Primitivo di Manduria non solo a “volume” ma anche valore”. Di conseguenza anche il prezzo pagato per le uve, nel tempo è notevolmente aumentato fino a raddoppiarsi in maniera, non proporzionale, nel 2021 con conseguenze evidenti sulla domanda ed offerta.

Ad oggi sul mercato si registra, se pur lieve, una diminuzione dell’andamento della domanda di vino, come sta avvenendo per ogni altro prodotto alimentare di consumo che non sia considerato di prima necessità da parte del consumatore finale e, dunque, i viticoltori così come le piccole e grandi realtà vitivinicole dovranno fronteggiare le “oscillazioni” del mercato scosso da una serie di eventi quali la crisi pandemica, la guerra in Ucraina, l’aumento dei costi in tutta la fase di produzione e l’impennata del costo energetico, fenomeni questi, che non dovrebbero avere un aumento del prezzo di vendita a breve termine”.

 

“Ho letto in questi ultimi giorni – continua Pastorelli – alcune dichiarazioni, strumentali, che evidenziano una manifesta infondatezza circa la conoscenza del ruolo ricoperto dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria contornate da riferimenti normativi inadeguati al contesto. Dunque, è evidente che coloro che tentano di attribuire al Consorzio demeriti ingiustificati o mancate azioni non hanno ben saldo il concetto di “tutela” nell’accezione propria del termine. E’ bene ribadire che il ruolo del Consorzio di Tutela è quello di apportare un valore aggiunto al prodotto attraverso la “tutela” della denominazione “Primitivo di Manduria” perseguendo tutti coloro che attraverso azioni di emulazione del marchio tentano, in vario modo e con vari mezzi, di inibirne la commercializzazione secondo le direttive impartire dal Ministero che impone la tutela e la salvaguardia della nostra dop da abusi e contraffazioni. Il Consorzio svolge inoltre azioni di vigilanza in collaborazione con l’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi.

A tali ruoli principali di tutela si aggiungono le funzioni di promozione e di valorizzazione del Primitivo di Manduria nel mondo, attraverso convegni workshop, fiere, degustazioni oltre alla cura generale degli interessi della denominazione. Il Consorzio, laddove se ne ravvisi la necessità, può intervenire ai sensi dell’articolo 39 della legge 238/2016 in annate climaticamente particolari sulle rese di concerto con le associazioni di categoria e con il parere favorevole della maggioranza dei consorziati. Abbiamo bloccato la possibilità di aumentare gli ettari di produzione, che sono gli stessi da tre anni e, a partire da gennaio 2023, entrerà in vigore l’uso del contrassegno di stato di Stato su ogni bottiglia certificata Primitivo di Manduria doc a garanzia di tracciabilità dalla vigna fino alla bottiglia per il consumatore finale in un’ottica di stabilità del valore dell’uva e del vino”.

 

“E’ dunque – conclude il presidente Pastorelli – questa la funzione di “tutela” perseguita dal Consorzio e non quella, impropriamente attribuitagli, ovvero di di intervenire sulla determinazione del prezzo di vendita delle uve Primitivo di Manduria che seguono, invece, trend di mercato con regole economiche di domanda e di offerta e verso i quali il consorzio non ha alcuna facoltà di intervenire invadendo la sfera d’azione commerciale tra cantine, privati e produttori nella stesura di contratti di acquisto.

Mi auguro che gli attori del mercato riescano a trovare un punto di equilibrio che soddisfi la domanda e l’offerta e che, il prezzo di equilibrio raggiunto, sia remunerativo per tutte e tre le filiere nell’interesse comune dei viticoltori, per la salvaguardia dell’intero territorio dei 18 comuni dell’areale del Primitivo di Manduria in una visione lungimirante che veda prevalere l’interesse comune sull’interesse del singolo”.

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