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L’Ospedale di Acquaviva delle Fonti ha creato due modalità differenziate per la vaccinazione del personale sanitario e dei pazienti ricoverati

I dati epidemiologici relativi alle ultime due stagioni ci restituiscono un quadro in cui meno persone sono state esposte a virus respiratori stagionali, quali l’influenza e il Virus Respiratorio Sinciziale. Di conseguenza, l’immunità della popolazione può diminuire, mentre aumentano le possibilità di osservare focolai rilevanti, specialmente se causati da ceppi nuovi o introdotti di recente.

La somministrazione della vaccinazione annuale contro l’influenza nella stagione autunno-inverno 2022 è dunque ancor più fondamentale per assicurare una certa immunità nella popolazione e può essere effettuata contestualmente al vaccino anti-Covid. L’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti ha risposto con tempismo a questa necessità, aprendo l’ambulatorio vaccinale a partire dal giorno 10 ottobre 2022. In previsione dell’evoluzione epidemiologica e di una fase di recrudescenza dell’epidemia di Coronavirus (SARS-COV-2) l’Ente raccomanda fortemente la vaccinazione anti Covid con la formulazione bivalente, ovvero adattata per la copertura delle varianti Omicron BA.4 e BA.5, approvata dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Va inoltre opportunamente ricordato che la Regione Puglia (L.R.27 del 19/6/2018) ha reso obbligatoria la stessa per tutto il personale sanitario.

L’Ente Miulli ha anche disposto una modalità differenziata di vaccinazione per i pazienti ricoverati – come da circolare regionale con protocollo n.1163 del 23/09/2022 – per i quali sarà organizzata l’acquisizione delle disponibilità per l’apposita pianificazione. È inoltre in atto la sensibilizzazione delle ditte esterne che hanno molti dipendenti all’interno della struttura, così da sollecitarle a una solerte vaccinazione.

«Siamo in una fase in cui l’obbligo di legge è stato sostituito dalla raccomandazione alla vaccinazione anti Covid e a quella contro l’influenza», spiega il Direttore Sanitario dott. Vitangelo Dattoli. «Si tratta di due vaccinazioni che ogni anno mettono al riparo da rischi di ricovero o mortalità. I miliardi di casi, vaccinati e non vaccinati, studiati nel mondo e i milioni studiati in Italia incontrovertibilmente propendono e suggeriscono di ricorrervi senza indugio».

Le tempistiche di somministrazione vedono un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dall’ultimo evento (da intendersi come somministrazione dell’unica/ultima dose o diagnosi di avvenuta infezione).

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