PoliticaPuglia

Lotta a incendi boschivi con acque reflue depuratore di Santa Cesarea Terme

Con i reflui depurati dal depuratore di Santa Cesarea Terme (Le) si realizzerà una barriera  per proteggere dagli incendi le pinete che circondano la città del Salento, stretta tra il mare e i boschi e vicinissima a zone spesso messe a fuoco per i pascoli e il seminativo. Lo hanno annunciato oggi l’assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Giannini e il vicepresidente e assessore alla Protezione civile, Antonio Nunziante, insieme al sindaco di Santa Cesarea, Pasquale Bleve e al presidente del Parco della costa di Otranto-S.Maria di Leuca, Nicola Panico. Con fondi regionali e comunitari, in collaborazione tra Lavori pubblici e Protezione Civile, saranno impegnati 1,5 milioni di euro per l’impianto di riutilizzo dei reflui e 250mila per l’impianto di affinamento.

Un serbatoio in pressione alimenterà una serie di irrigatori – del tipo di quelli utilizzati per i campi di calcio e per le colture estensive – che durante il periodo di massima pericolosità di incendi manterrà bagnata la fascia verde tra la pineta e la zona agricola e a pascolo, evitando che come negli anni scorsi le fiamme appiccate senza alcun criterio arrivino a lambire le abitazioni e la pineta.

Gli irrigatori – e questa è la novità – invece di attingere dai pozzi o da Aqp in una zona dove la falda è già sfruttata ed è preda di fenomeni di salinizzazione – useranno i reflui della fogna depurata e affinata. In prospettiva, anche le squadre antincendio – dopo che saranno verificati accordi con i Vigili del Fuoco, Arif e forestali – potranno alimentare gli idranti dai bocchettoni dell’impianto sito nei pressi del depuratore Aqp.

“Questo progetto fa parte – ha spiegato Giannini – di un ampio piano per il riutilizzo a fini civili e agricoli delle acque reflue, in una regione povera di acqua potabile che si approvigiona in Campania, Basilicata e Molise e sfrutta una falda in pericolo per l’arrivo dell’acqua di mare. In più spesso risparmiamo l’elettricità per i pozzi. Stiamo riuscendo a demolire la resistenza culturale al riutilizzo dell’acqua reflua e in tre anni siamo riusciti a recuperare il gap rispetto alle infrazioni europee sulla depurazione e andremo avanti su questa strada.

E’ un risultato importante ottenuto grazie a un duro lavoro di squadra. Ora il Ministero dell’Ambiente ha la documentazione aggiornata ad oggi e non al 2014 e sa che ci sono punti di crisi solo per due impianti sul versante ionico del Salento e che siamo perfettamente in media con le criticità italiane, permettendoci di uscire dalla procedura di infrazione con i prossimi interventi”.

Secondo Nunziante “La sinergia tra assessorati ha permesso di ottenere questi risultati. Ringrazio il Comune e il Parco e sappiamo che dovremo proseguire sulla strada della collaborazione per reperire fondi e agire sia per il rispetto dell’ambiente che per la lotta agli incendi in una logica di prevenzione”. Il sindaco di Santa Cesarea e il presidente del Parco Otranto-Leuca hanno a loro volta ringraziato Giannini, Nunziante e la Regione per l’impegno profuso per la realizzazione dell’impianto utile sia contro gli sprechi che per la prevenzione incendi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *