BasilicataBasilicataCulturaPolitica

Lucantropi, presentato il progetto ‘Cos’è la Lucania oggi’

Come si è trasformata la Basilicata dopo il sisma del 1980. Ma soprattutto cosa sognano i giovani di questa terra alla luce anche delle opportunità del petrolio. E’ quanto si propone di “scoprire” il progetto sostenuto dalla Regione Basilicata e dalla Fondazione Mida con una ricerca sul campo: cinquanta giovani lucani hanno parlato delle loro aspirazioni, di cosa si aspettano dal futuro e soprattutto se c’è un futuro possibile nei loro paesi di origine. Le loro riflessioni sono state raccontate in un istant book “Lucantropi” e con istant video “La Basilicata nel cellulare, memorie dal terremoto e sogni di petrolio” girato con un videofonino, parte di un esperimento editoriale curato dal giornalista di Repubblica Antonello Caporale e direttore dell’Osservatorio permanente sul dopo sisma.

Il progetto è stato presentato questa mattina nella Sala Inguscio della Regione Basilicata, in un incontro a cui hanno partecipato il presidente Vito De Filippo, l’assessore alla Cultura Vincenzo Viti, il direttore della Rai di Basilicata Fausto Taverniti, Virgilio Gay, direttore della Fondazione Mida, Antonello Caporale e Pietro Simonetti, coordinatore del Centro Lucani nel Mondo “Nino Calice”, insieme ai ragazzi che hanno partecipato al progetto.

L’istant book è stato curato da Giuseppe Napoli, giornalista e responsabile del progetto editoriale, mentre il documentario è a cura del filmaker Antonello Faretta e realizzato con i videofonini dei ragazzi delle scuole. Il progetto ha coinvolto gli studenti di cinque istituti superiori di Corleto Perticara, Latronico, Marsico Nuovo, Pescopagano e Potenza. C’è pessimismo nelle loro parole, ma anche voglia di rimanere e mettersi in gioco.

“La Basilicata – ha detto Antonello Caporale – ha la fortuna di conoscersi bene: è piccola e abbastanza raccolta. Mette i giovani nella condizione di riconoscersi: innovare ed espandere un’opera comune,un pensiero condiviso. Serve lo studio, l’applicazione quotidiana, la fatica. Servono i viaggi, l’apertura al mondo, le parole degli altri. Servono occhi curiosi, mani pronte, passo veloce. Serve imparare. Serve lavorare. Serve essere e mostrarsi liberi, come lo sono i protagonisti di questo libro e di questo piccolo film.Serve l’ardore e il sentimento”.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *