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Maltrattamenti in famiglia, chiesti 9 anni di reclusione per il ‘santone’ di Brindisi

Maltrattamenti in famiglia e presunto adescamento di minore. Sono le accuse nei confronti di un 45enne brindisino ma residente in Basilicata, e conosciuto come ‘santone’. La richiesta di condanna nel processo di primo grado, consegnata dal pm ai giudici del tribunale di Lagonegro, è di 9 anni. All’inizio (nel 2011), era stata una storia legata all’attività di ‘santone’ a portare ad una denuncia del 45enne; poi, in un secondo momento, era stata poi l’ex moglie, sentita durante il processo, a raccontare dei maltrattamenti e di tutto il resto. Un racconto piuttosto drammatico, quello della donna, che ha rivelato le continue violenze subite da quel marito “che si presentava come un prescelto dalla Madonna”. I soprusi e le botte sarebbero avvenuti anche in presenza dei due figli minori, di 14 e 8 anni.
Ma non solo, perché l’uomo sarebbe stato omosessuale e le avrebbe imposto anche la convivenza con il suo compagno che era andato a vivere nella loro casa di Lauria. Il ‘santone’ lo avrebbe fatto dormire nel suo stesso letto al posto della moglie, e quando i due si scambiavano effusioni (soprattutto baci in bocca) accanto a loro c’erano anche i due ragazzini. L’uomo ha sempre respinto tutte le accuse sia sui maltrattamenti sia sulla corruzione di minore.
I Carabinieri lo avevano denunciato come ‘guru’ 5 anni fa, scoprendo anche che curava dermatiti e cervicalgie senza avere la laurea e le necessarie autorizzazioni sanitarie, ed aveva allestito anche uno pseudo santuario a Galdo, con tanto di immagini sacre e di confessionale dove si suppone ascoltasse i pazienti in cura, per poi consigliare, a pagamento ovviamente, unguenti miracolosi. Secondo gli investigatori l’uomo vendeva ai suoi pazienti sostanze medicinali che di miracoloso sembra non avessero un bel niente. Solo intrugli, venduti anche a 30 euro al flacone sfruttando la credulità popolare. Per questi fatti la richiesta di pena è di mille euro di ammenda.

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