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Massafresi in visita alle zone terremotate del Centro Italia

Nei giorni scorsi alcuni massafresi (Mimino Cuscela con la moglie Anna e gli amici Pasquale Lucente e Anna D’Eri) hanno visitato alcune zone del centro Italia che mesi addietro un sisma di magnitudo 6.0 ha raso al suolo interi paesi causando numerose vittime. Al loro rientro a Massafra ci hanno fatto pervenire una lettera sulla loro esperienza in quanto, come hanno scritto, non si può rimanere indifferenti a ciò che hanno visto e all’appello loro rivolto dalla gente delle zone terremotate, visitate all’insegna della sobrietà e della solidarietà. La loro prima tappa (sono partiti da Massafra con un’auto) è stata Assisi, ove hanno trascorso un intero pomeriggio, giungendo in serata a Perugia, lo splendido capoluogo dell’Umbria, con le sue erte stradine medievali, panorami mozzafiato e le tante golose specialità da gustare. Qui hanno trascorso due giorni. La mattina del terzo giorno hanno lasciato Perugia e la loro prima sosta è stata a Spello, uno dei borghi più belli d’Italia, per bere un caffè e comprare qualche cibo. Hanno quindi proseguito verso Norcia, scorgendo subito le mura della città diroccata. Lasciata l’auto hanno proseguito a piedi passando sotto l’arco d’ingresso, l’unico rimasto in piedi e stabile, sul cui lapide hanno letto la scritta “Eretta a patrio decoro l’anno MDCCCLXIX. Sindaco Benedetto De’ Marchesi Cipriani”. Proprio vicino all’arco è venuto loro incontro un negoziante, che li ha ringraziati dello loro presenza. I massafresi hanno visitato il loro negozio. E poi hanno continuato a comminare per Norcia, sotto lo sguardo della gente, compiaciuta della loto presenza nella loro città, ove, in particolare, oltre ad alcuni edifici e a parte delle mura della città, è crollata la basilica di San Benedetto. Ai massafresi che, guardavano i danni provocati dal terremoto, si è avvicinato un uomo di mezza età, malandato e zoppo, che ha loro raccontato che prima del terremoto abitava in una borgo di campagna insieme ad altre persone e che era l’unico sopravvisuto. Adesso ogni giorno scende a Norcia per incontrare altre persone e far passare il tempo.  Dopo aver acquistato, da portare a casa, dei prodotti locali (salame, salsiccia, prosciutto e lonzino tipico) hanno pranzato presso un vicino un agriturismo.  Subito dopo hanno ripreso il viaggio per Amatrice, ove sono arrivati nel primo pomeriggio. Avevano prenoto delle stanze in un borgo della cittadina e al loro arrivo il proprietario è andato loro incontro, tranquillizzadoli sulla sua casa-albergo, costruita (come ha loro spiegato) con cemento armato e pilastri portanti e travi. Li ha fatti accomodare e offerto loro da bere. Subito dopo i massafresi, utilizzando l’auto, sono tornati ad Amatrice centro. Che dolore vedere tutte le case demolite.. Di tanti in tanto hanno visto anche degli accampamenti di tende e prefabbricati per l’alloggiamento di civili e di militari. Arrivati ad Amatrice. Non hanno potuto proseguire con l’auto in quanto tutto demolito e transennato dalle forze dell’ordine. Hanno trovato aperto un piccolo locale che faceva anche da bar. Hanno preso un caffè e comprato oggetti locali per dare un loro contributo economico. La mattina dopo sono partiti per L’Aquila, passando prima da Accumoli, “un paese fantasma” come è stato definito mesi addietro, che hanno visto transennato e presieduto dalle forze dell’ordine. I massafresi hanno ripreso il loro viaggio e nell’avvicinarsi a L’Aquila hanno visto i bracci di tante gru al lavoro per la ricostruzione. Proprio a L’Aquila si sono trovati nel corso dei festeggiamenti del 2 giugno (Festa della Repubblica). Hanno passeggiato per la città. Altra desolazione: palazzi impacchettati e lavoro di ristrutturazione in corso. La gente passeggiava lungo il corso conversando normalmente. Ripresa la via del ritorno, i quattro massafresi si sono fermati a Agnone, capitale della campana. Hanno incontrato anche tanti altri turisti che, come loro, hanno fatto un’esperienza unica e irripetibile. Spello, Norcia, Amatrice, L’Aquila, Accumoli, Agnone… Memoria di una catastrofe che ha segnato in modo profondo la loro storia. Tanto è stato fatto ma molto di più resta da fare.

Nino Bellinvia

Nella foto una immagine di lavori in corso ad Amatrice.

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