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Matera: 25 aprile 2012. Intervento del Sindaco

L’intervento del Sindaco di Matera, Salvatore Adduce.

67 anni fa con la liberazione di Milano e Torino l’Italia venne dichiarata liberata. Dopo anni di guerra, una guerra catastrofica che aveva procurato la più grande carneficina che la storia ricordi e dopo 20 anni di dittatura fascista l’Italia si apprestava ad inaugurare la sua primavera.

Qualche mese prima,nel gennaio 1945,le truppe sovietiche entrarono nel campo di Auschwitz dove erano stati massacrati 1.200.000 esseri umani.

Desidero citare soltanto questi due momenti per ricordare il dramma che l’Italia e l’Europa avevano vissuto per loro responsabilità. Si, perché quella tragedia che ricadeva sulle spalle dei popoli europei e di tutto il mondo era il frutto delle responsabilità dei popoli europei, che a quel punto furono chiamati a fare quasi una espiazione…Dopo meno di una secolo dalla grande epopea risorgimentale l’Italia era stata per responsabilità del fascismo nuovamente occupata dallo straniero. Ancora una volta uomini donne soprattutto giovani come era avvenuto nella rivoluzione risorgimentale, dovettero imbracciare le armi e partecipare ad una nuova grande battaglia di liberazione. Ancora una volta per liberare l’Italia. Dunque un unico filo conduttore lega questi due momenti della nostra storia nazionale.

Non a caso infatti nelle nostre città nelle nostre piazze campeggiano i monumenti a Giuseppe Garibaldi e ai partigiani. Noi abbiamo il dovere di ricordare, di interpretare per capire. Quella tragedia che si concludeva con il 25 aprile fu il frutto di una cultura populista. La stessa ce avanza oggi. Non esistono risposte facili a problemi difficili e complessi,come qualcuno vuol far credere. Il pericolo in forme diverse è presene anche oggi,in Italia e in Europa.

L’attualità del 25 aprile sta soprattutto in questo. Fu una lotta per mettere fine ad una dittatura e per mettere fine ad un genocidio per recuperare i valori della coesistenza e la pace. A tutti coloro che lottarono e morirono e anche a coloro che morirono senza lottare va la nostra gratitudine.

Ma in questi giorni il nostro pensiero va anche ai nostri morti. A coloro che a Matera il 21 settembre 1943 ebbero il coraggio di ribellarsi. Dopo 67 anni l’Italia e l’Europa sono chiamate a un’altra lotta,molto diversa da quella di 67 anni fa, ma non meno importante. La crisi ,la disoccupazione,le nuove povertà rischiano di minare alla radice la convivenza democratica. Ciascun Paese europeo deve saper mettere da parte egoismi e tornaconti personali per un grande impegno a favore dei giovani e di chi non ha un lavoro. Anche così si onora la resistenza e il 25 aprile.

W La liberazione, W l’Italia

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