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Memorie Urbane. Un festival di fotografia per ricordare la notte di S. Apollonia

Anche il Lab.a.r.t. (Laboratorio artistico per la riqualificazione del territorio), in collaborazione con la sezione Avis “Mariano Pugliese” di Pisticci, ricorderà la Notte di S. Apollonia con un suo evento culturale, un Festival di Fotografia dal titolo “Memorie Urbane”, aperto a tutti, fotografi professionisti e amatori. L’obiettivo è quello di consacrare alla memoria ed ai posteri un avvenimento tragico ma che nel tempo si è caricato di nuovi significati, dando vita ad una vera e propria rinascita, partendo proprio dai luoghi più segnati dal triste destino. Come è noto, la mattina del 9 febbraio 1688, una terribile frana colpì il paese, dividendolo in due e provocando circa trecento vittime oltre a numerosi feriti. E’ la calamità più grave della storia di Pisticci, un disastro annunciato e che trovò la popolazione impreparata, provocando danni gravissimi al vecchio centro abitato che sprofondò in buona parte a valle. Ma la comunità pisticcese trovò la forza di reagire dimostrando un grande attaccamento alle proprie radici e rifiutando di trasferirsi altrove. L’opera di ricostruzione portò alla nascita del nuovo borgo Dirupo, che si venne delineando in una serie di casette a schiera antisismica, con la tipica architettura spontanea contadina e di forte impatto ambientale. Il villaggio Dirupo costituisce oggi il riferimento più importante di attrazione turistica, inserito peraltro nel catalogo dei Beni Ambientali come una delle “100 meraviglie d’Italia” anche se purtroppo attende ancora una sua definitiva valorizzazione. Ed è proprio da questo ricordo che è nata l’idea di realizzare questo Festival fotografico denominato “Memorie urbane” che rinascono per riflettere e non per commuovere, per favorire una riappropriazione degli spazi negati in funzione dell’individuo libero, non prigioniero di una città tugurio e relitto del passato. “Da quella crepa -sottolineano i promotori- entra la luce e filtra il punto di vista della nostra memoria urbana”.

(Giuseppe Coniglio)

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