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Metalmeccanici, Fim e Uilm: “Rinnovare il contratto per dare un contributo alla crescita”

Via libera dalle assemblee dei lavoratori metalmeccanici lucani al rinnovo del contratto nazionale per il triennio 2016-2018. La piattaforma contrattuale approvata a Roma lo scorso 16 luglio da Fim Cisl e Uilm Uil, suffragata a livello nazionale dal voto favorevole di quasi il 97 per cento degli iscritti, è già sulla scrivania di Federmeccanica e i sindacati si augurano un rapido avvio delle trattative per dare un nuovo contratto a più di un milione e 600mila lavoratori metalmeccanici. Ma sul negoziato pesa il muro contro muro di queste ore tra industriali e sindacati sulla riforma del modello contrattuale e pende la spada di Damocle del governo che minaccia di intervenire per legge sul salario minimo. In attesa di capire se Federmeccanica terrà fede all’impegno dichiarato poco più di una settimana fa di aprire il tavolo di confronto o se alla fine si accoderà alla posizione oltranzista di Squinzi, Fim e Uilm incassano un consenso ampio dai lavoratori lucani sui contenuti della piattaforma contrattuale.
I sindacati rivendicano in particolare un aumento salariale di 105 euro parametrato al 5° livello, un ulteriore potenziamento della contrattazione decentrata, il rafforzamento degli strumenti della partecipazione dei lavoratori, una razionalizzazione degli inquadramenti professionali, lo sviluppo di pratiche di welfare integrativo, etc. Fim e Uilm considerano la piattaforma contrattuale “il contributo che il sindacato offre al paese per uscire dalla crisi; crisi che in Basilicata ha falcidiato in modo pesante il settore – si pensi alle vertenze Daramic, Mahle, Industrie del Basento – e che non è ancora sedata come testimoniano le vertenze ancora aperte, da Italtractor a Firema, che non sfociano più in cassa integrazione ma in pesanti ristrutturazioni o procedure concorsuali e perdita di posti di lavoro.
Per le segreterie regionali di Fim e Uilm “questo rinnovo rappresenta una risposta a Federmeccanica che, scaduto l’accordo sul modello contrattuale, considera le regole superate e cerca di bloccare nella sostanza il rinnovo con un grosso danno per i lavoratori e la ripresa del settore. Nello stesso tempo il rinnovo è una posizione chiara di contrarietà rispetto all’idea di Federmeccanica di mettere in contrapposizione i due livelli di contrattazione”. Fim e Uilm considerano inoltre “necessario ripristinare la detassazione e la defiscalizzazione del salario di produttività per rendere la contrattazione di secondo livello proficua sia per i lavoratori che per le imprese”, mentre sulle ipotesi di salario minimo per legge, ribattono: “Il vero salario minimo garantito dei lavoratori sono i minimi contrattuali e anche in questo rinnovo è prevista la richiesta di aumento pari a 105 euro al quinto livello”.

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