BasilicataCultura

Miglionico, presentazione libro di Michele De Ruggieri

I movimenti storici e politici del meridione ottocentesco e la caduta dei Borboni visti dal miglionichese Don Pietro, in una vicenda che prende avvio nel 1858 dalla cittadina lucana per approdare nella Napoli di Ferdinando II.

E’ questo il contesto storico in cui Michele De Ruggieri, di Bari, al suo primo romanzo, ambienta“Al di qua del faro”. Il libro sarà presentato domani – sabato 18 dicembre – all’Auditorium del Castello del Malconsiglio a Miglionico, a cura della Pro Loco, con inizio alle 18.30. Sarà presente l’autore.

Michele De Ruggieri ha voluto che la prima iniziativa pubblica sulla sua opera avvenisse proprio nella cittadina che ha dato i natali ai suoi antenati e al personaggio principale del libro: il suo bisnonno don Pietro De Ruggieri che nel romanzo viene chiamato semplicemente ‘Lui’ per una sorta di rispetto e ammirazione. Non una saga familiare, né un saggio storico, “Al di qua del faro” (titolo che riconduce alla denominazione con cui si distinguevano le regioni pensinsulari del Regno di Napoli) poste al di qua del faro di Messina) è un romanzo che attraverso lo sguardo attento del protagonista restituisce appieno il clima di un’epoca di grandi cambienti sociali. Diviso in due parti, il racconto si dipana fra le montagne lucane e il golfo di Napoli diventando pagina dopo pagina un’appassionata testimonianza della società provinciale e metropolitana agli albori dell’Unità d’Italia.

La storia inizia nel 1858 in Lucania, descrivendo la giornata in cui il protagonista è costretta da antichi doveri di famiglia a partecipare a una battuta di caccia al cinghiale da lui definita l’annuale schifezza.

Nei giorni seguenti giunge una drammatica lettera con la quale una parente “chiede l’aiuto e il conforto di qualcuno che possa recarsi a Napoli con urgenza”.

La seconda parte si apre su Napoli. Nella capitale il protagonista scopre quanto lontana sia ancora la sua terra lucana dai fermenti rivoluzionari e, muovendosi fra caffé e salotti, si ritrova coinvolto e affascinato da chi difende il giglio borbonico e chi sogna il tricolore sabaudo, chi non vuole rinunciare a antichi privilegi padronali e chi aspetta il declinare della arroganza della piccola nobiltà terrieri, la fine della nobiltà parruccona e corrotta, l’avvento di nuove classi sociali e di più giustizia sociale.

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