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Monitoraggio falde Val d’Agri, scomparsi benzene e toluene

Primi risultati rassicuranti emergono dal monitoraggio commissionato dalla Regione all’Arbpab sulle acque di falda della Val d’Agri, ma gli accertamenti non si fermeranno comunque. I rilievi fatti dall’Agenzia di Protezione ambientale su richiesta della Regione, a seguito della comunicazione fatta dalla stessa Arpab al Dipartimento Ambiente il 1 Agosto scorso, circa il superamento delle concentrazioni ammesse nelle acque di falda per alcuni composti (manganese, solfati, toulene e benzene) registrati nei sistemi di monitoraggio all’intorno del Oli di Viggiano, hanno ora dato esito negativo. I nuovi controlli realizzati da Arpab, infatti, hanno evidenziato concentrazioni non rilevabili di benzene e toluene (idrocarburi aromatici) nella falda, e la presenza di solfati al di sotto dei limiti di legge. Ha, invece, trovato conferma il superamento dei limiti relativamente al manganese ed al ferro, dei quali verrà accertata l’origine antropica o naturale, attraverso l’attuazione del Piano di Caratterizzazione, già richiesto dalla Regione.

La Regione, nello scorso agosto, aveva anche chiesto immediatamente all’Eni di adottare gli interventi previsti dalle norme vigenti. Ma, in relazione alla perdurante presenza di manganese e ferro, va precisato che si tratta di metalli non utilizzati nel processo di trattamento del Centro Olio.

Uguale attenzione il dipartimento ha sempre prestato alla situazione del Pertusillo. Contrariamente a quanto riferito da alcune posizioni, alla Regione è ben chiaro che i fattori inquinanti sono molteplici e di diversa natura, come avviene per tutte le aree antropizzate, ma nel tempo, mentre si sono studiate le cause, con risultati positivi, si è cercato di intervenire su più fronti, lavorando per priorità, ossia i fattori di maggiore inquinamento, nel tempo rappresentati dall’abuso di fertilizzanti e da scarichi civili incontrollati. “Oggi – afferma l’assessore Mancusi – non possiamo che bollare come speculazioni allarmistiche quelle di chi fa letture parziali, in modo contraddittorio prima afferma l’esistenza di fattori molteplici di inquinamento, poi finisce col ricondurre tutto a specifiche attività. Questo tipo di atteggiamento di chi è sempre pronto a cavalcare l’onda del momento, poco importa che si tratti di giustizia o di ambiente, a caccia di una visibilità che gli esiti di diversi tentativi elettorali mostrano non esserci, rappresenta sicuramente un ‘fattore inquinante’ che porta ingiustificati allarmi e finisce per interferire col serrato e trasparente lavoro di controllo che la Regione e tutte le realtà pubbliche lucane stanno mettendo in atto”.

 

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