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MpA presenta odg sulla soppressione degli uffici postali in Basilicata

Il tempo di crisi economica che stiamo vivendo non può essere addotto come “pretesto” da parte delle tante società a partecipazione statale che operano in Basilicata per imporre la loro politica di profitto per chiudere o razionalizzare servizi sul nostro territorio. E’ quanto dichiarato dal Consigliere Regionale dell’MPA Francesco Mollica in merito all’ordine del giorno “sulla soppressione di numerosi uffici postali in Basilicata”, presentato ieri in Consiglio Regionale ed approvato all’unanimità, di cui risulta primo firmatario. E’ l’ennesima espressione di una sordida rabbia rispetto alle tante spoliazioni di servizi a cui siamo costretti ad assistere ormai quotidianamente – continua Mollica – e di fronte ai quali risultiamo sistematicamente impotenti.

Pur comprendendo la logica del profitto , scontata in un’azienda privata, occorre ricordare che Poste Italiane è detenuta dal Ministero dell’Economia, dallo Stato che, non può abbandonare i propri cittadini continuando in una logica perversa già sperimentata con le linee ferroviarie, con i Tribunali, le scuole, i servizi sanitari e altro ancora. Il piano di riorganizzazione di Poste Italiane cita 1156 strutture “anti-economiche” per le quali se ne prevede la chiusura o la razionalizzazione o , peggio ancora, la riduzione degli orari di apertura e, sul nostro territorio , interessate da questo provvedimento risulterebbero 38 uffici: di cui 17 soppressi , mentre 21 lavorerebbero a giorni alterni.

Eppure è risaputo che molti di questi uffici si trovano in aree disagiate e, spesso, in piccoli centri urbanizzati ubicati a diversi Km di distanza dai centri più grandi che, privati dell’unico servizio esistente, ne decreterebbero la fine demografica.

Per non parlare della funzione sociale per la comunità degli anziani che , da sempre, considerano l’ufficio postale punto essenziale di riferimento e la chiusura degli uffici postali nei piccoli comuni delle aree montane e rurali sia contraddittoria con la funzione di servizio pubblico che la società è chiamata a garantire, e violi i diritti di molti cittadini, con conseguenze pesantissime per il futuro delle comunità locali, poiché le zone periferiche della provincia vengono private di uno dei presidi più importanti per la loro stessa sopravvivenza. Se vogliamo che le persone continuino a vivere in queste zone – anche per curare e preservare il territorio – bisogna che su questi luoghi vi siano le condizioni ed i servizi minimi per poterci abitare

E la manifestazione di protesta organizzata ieri , a tal proposito, da Anci e sindacati, va nella stessa direzione: paura dell’isolamento di tanti paesi della Basilicata che scontano un’ ubicazione geografica critica, un decremento demografico e di tanti altri elementi che caratterizzano le aree interessate.

A quanto pare a nulla è servito lo sforzo fatto dalla Regione Basilicata , in termini di contributo, per il servizio di distribuzione delle card carburanti che pure avrà significato qualcosa nell’utile di oltre 800 milioni di euro con cui si è chiuso l’esercizio finanziario di Poste Italiane.

Per questo – conclude Mollica – è necessario che il Presidente della Giunta Regionale metta in campo tutte le azioni utili per invertire la tendenza in atto e cominciare a ridare dignità alla nostra Regione che nonostante tutte le sue peculiarità viene non solo ,sistematicamente, colonizzata ma anche depauperata. E per utilizzare le parole del Vangelo: “ i Miracoli non accadono dal nulla , ma dal moltiplicare il nostro possibile”!

 

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