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Nei riti di Pasqua, ieri la “Commemorazione”

Era il 14 nisan la sera in cui Cristo si riunì con i discepoli per commemorare l’ultima cena, una data del calendario lunare che corrisponde alla sera del 17 aprile 2010 dopo il tramonto. Nel rispetto dunque di tale coincidenza a Matera i Testimoni di Geova si sono riuniti in tre location per ricordare l’evento.

Circa 500 il pubblico presente nel salone del Palace, poco meno nel salone dell’Hotel Nazionale, altre due sezioni presso la sede di via Collodi, per un totale che sfiora il migliaio di presenze tra fedeli e curiosi nella sola città di Matera e circa 3mila tutta la provincia. Durante il discorso comune a tutti gli incontri, è stato spiegato il valore della  celebrazione, che per i Tdg ricorda il riscatto del sacrificio perfetto che risiede nella morte del Cristo, pari alla perdita subita con il peccato originale del primo uomo Adamo anch’egli perfetto. Il ragionamento parte dal dono di Dio della vita perfetta, in condizioni perfette nel paradiso perduto dell’Eden. Prospettiva persa nel momento in cui la prima coppia peccò. Torna dunque la stessa prospettiva per il futuro rivolta a chi, come è stato spiegato, crede in Dio ed opera secondo la Sua volontà. I concetti sono stati ripercorsi poi, in momenti di riflessione, quando la platea è stata invitata a passare l’un l’altro il piatto con il pane non fermentato ed il calice di vino rosso. Secondo quanto spiegato durante l’incontro tutti hanno la possibilità di vivere in futuro nel paradiso terrestre, mentre la classe dei Santi è composta da soli 144mila prescelti.

Il momento legato alla morte (e non alla risurrezione come la Pasqua festeggiata dalla religione Cristiano Cattolica) è l’unica festa celebrata dai Testimoni di Geova, rispetto agli altri credi cristiani.

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