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Nel 2014-2020 l’Europa destinerà all’Italia 32 mln di euro di fondi strutturali e di investimento

“Nel periodo 2014-2020 l’Europa destinerà all’Italia circa 32 miliardi di euro di fondi strutturali e di investimento ai quali vanno aggiunte le risorse per il cofinanziamento nazionale e regionale. Si tratta di un’occasione fondamentale per sostenere crescita, sviluppo, occupazione, competitività e ammodernamento del sistema produttivo e infrastrutturale del nostro Paese. Per non commettere gli errori del passato è necessario pianificare al meglio le strategie di intervento”. E’ quanto scrive, sul suo blog, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo del Pd. Proprio oggi in Commissione è partita la discussione sull’accordo di partenariato per l’impiego dei fondi strutturali e di investimento per i prossimi sette anni. La discussione proseguirà nei prossimi giorni con varie audizioni tra cui quelle del sottosegretario Delrio e di alcuni presidenti di regione.

“Personalmente nutro molte perplessità su alcuni indirizzi di intervento contenuti nella bozza di accordo. – scrive Bordo – In particolare trovo sbagliata la scelta di concentrare gran parte delle risorse europee solo in favore di misure anticicliche e anti crisi a breve e medio termine anziché su quelle anche lungo termine. Un orientamento, peraltro, contestato anche dalla Commissione europea. Penso, al contrario, che l’Italia debba fare ogni sforzo per realizzare nei prossimi anni un piano imponente di ammodernamento della rete infrastrutturale, soprattutto nel Mezzogiorno, necessario per garantire la crescita e per colmare il gap Nord-Sud”.

“Nella bozza di accordo è assente, inoltre, un’analisi dettagliata degli errori commessi in passato e che dobbiamo assolutamente evitare per il futuro. Perché si sono accumulati ritardi? Come mai le regioni hanno avuto difficoltà a spendere i fondi? Per assicurare tempestività ed efficacia della spesa dobbiamo creare uno stretto legame tra azioni, risultati attesi e tempi di realizzazione, verificando preventivamente la capacità amministrativa delle regioni e degli altri soggetti che si candidano alla gestione dei programmi. Solo in questo modo sarà possibile ridurre i rischi di irregolarità e soprattutto casi di cattiva gestione o di inutilizzazione delle risorse. E’ veramente assurdo infatti che ad oggi risultino ancora non spesi diversi miliardi di euro del ciclo di fondi 2007-2013”.

“Per colmare queste carenze, a mio avviso, è necessario intervenire su due fronti. – spiega Bordo – Per un verso, l’individuazione dei risultati da raggiungere e l’allocazione delle risorse deve presupporre la disponibilità di un’analisi dell’efficacia degli interventi posti in essere nei periodi di programmazione precedenti. L’esempio più significativo è costituito dagli interventi per la formazione professionale. Negli anni scorsi alcune regioni hanno scelto di formare le figure più disparate, tra cui “figuranti dello spettacolo” (veline e affini), del tutto sganciate da un’analisi dei fabbisogni del mercato del lavoro e che sono servite più per sostenere i formatori che i disoccupati. E’ evidente che nel prossimo periodo di programmazione occorre subordinare l’erogazione di risorse in questo settore ad una dimostrazione ex ante della corrispondenza alle esigenze effettive del mercato del lavoro e alla selezione rigorosa dei formatori”.

“Per altro verso penso sia utile rafforzare ulteriormente il ruolo dell’Agenzia per la coesione territoriale. Come ho sostenuto più volte di fronte alla resistenza di alcune parti, non si tratta di commissariare le Regioni. L’Agenzia svolge infatti un ruolo di supporto e di assistenza e avrà la gestione diretta o assumerà poteri sostitutivi solo in caso di gravi inadempienze o ritardi da parte delle autorità locali e regionali” conclude Bordo.

 

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