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Nota della consigliera di parità lucana sulla Direttiva europea per la genitorialità

Nota della Consigliera regionale di Parità, Ivana Enrica Pipponzi
“Il primo agosto è entrata in vigore la Direttiva Europea n.1158 che vara una serie di importanti misure a sostegno della parità di genere e della genitorialità, con stringente attenzione alla conciliazione/condivisione tra tempi di vita e tempi di lavoro. La Direttiva in parola prevede una serie di misure in grado di fornire maggiori agevolazioni e supporto ai genitori lavoratori. Si prevede, infatti, l’estensione del congedo di paternità a dieci giorni; sarà la legislazione statale che determinerà la tempistica per accedervi e la relativa retribuzione, con equiparazione al congedo per maternità, anche in campo salariale. Si prevede, inoltre, l’estensione da uno a due mesi quale periodo minimo di congedo parentale, non trasferibile da un genitore all’altro, sancendo così un diritto individuale da garantire con specifiche misure, tali da essere usufruibile con un ragionevole termine di preavviso. Non viene modificata la normativa riferita al congedo parentale che va da dieci a undici mesi massimi complessivi per entrambi i genitori entro i dodici anni di vita del bambino. I lavoratori avranno anche, nei periodi determinati dalle singole norme, il diritto di assentarsi per cause di forza maggiore derivanti da motivi familiari urgenti ed imprevisti (ad esempio, malattie ed infortuni che rendano indispensabile ed immediata la loro presenza). Ancora, si sancisce la possibilità di usufruire di cinque giorni lavorativi all’anno di congedo per i lavoratori che prestino assistenza personale ad un parente che ne necessiti a causa di infermità connessa all’età o grave motivo medico certificato; in questo modo la Direttiva europea si fa carico dei bisogni di assistenza a familiari anziani e disabili. Infine l’Unione Europea stabilisce che i singoli Stati adottino le misure necessarie a garantire il diritto per i lavoratori con figli di ottenere orari di lavoro flessibili; in questo caso la parte datoriale potrà respingere la richiesta solo previa accurata e documentata motivazione attinente al numero di richieste pervenute dai propri dipendenti, alle risorse disponibili ed alla possibilità di poter offrire tali modalità di prestazione dell’opera. La Direttiva Europea dovrà essere recepita dall’Italia nel termine massimo di tre anni (quindi entro il mese di agosto 2022) mediante una Legge che la renda esecutiva nello Stato. Il mancato rispetto di detto temine è motivo di sanzione da parte dell’Unione Europea. L’auspicio, ovviamente, è che lo Stato italiano si attivi immediatamente sia per scongiurare sanzioni da parte dell’Unione Europea, ma soprattutto per intraprendere un importante passo di civiltà ed equità che consenta alle donne maggiori possibilità di partecipazione al mondo del lavoro attraverso le importanti misure di conciliazione/condivisione della genitorialità col proprio partner”.

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