CronacaPuglia

Operazione della GdF del Salento contro il gioco d’azzardo

I Militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Lecce, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo salentino, stanno eseguendo da stamane varie perquisizioni e sequestri nei confronti di 20 persone tra produttori, gestori ed esercenti di apparecchi da intrattenimento e videogiochi, con o senza vincita in denaro. L’operazione è eseguita in collaborazione con i finanzieri delle province di Bari e Foggia. In particolare le Fiamme gialle stanno cercando e sequestrando schede elettroniche che riproducono giochi illegali e d’azzardo, quali il poker, e prodotti clonati e schede con software modificato per far risultare, su ciascuna macchina, un volume di giocate inferiore a quello reale e quindi evadere le relative imposte. Sette salentini sono indagati per ricettazione, perché i responsabili non hanno fornito spiegazioni circa la provenienza delle schede clonate, ed in questo l’articolo 615 quinquies del Codice Penale parla di “Diffusione di programmi diretti a danneggiareo interrompere un sistema informatico”. La norma punisce “chi diffonde, comunica o consegna un programma informatico redatto da lui stesso o da altri, avente come scopo o per effetto il danneggiamento del sistema informatico o telematico, dei dati o dei programmi in lui contenuti o ad esso pertinenti, ovvero l’interruzione totale o parziale, l’alterazione del suo funzionamento”.

Le schede venivano installate nelle new slot, autorizzate dal Monopolio di Stato, che garantiscono la vincita in denaro ma che contemporaneamente devono essere collegate telematicamente all’amministrazione dei Monopoli. Buona parte dell’illegalità sta nel ‘prelievo unico erariale’, cioè l’imposta che le macchine sono obbligate a pagare per ogni giocata, e che ammonta a circa il 12 %.

E qui entrano in gioco le schede taroccate, realizzate proprio per consentire un flusso di comunicazioni ai Monopoli della Stato quanto meno parziale rispetto alla comunicazione effettiva. In altre parole, le schede taroccate non trasmettano tutti i dati delle giocate, abbattendo così la base imponibile e un notevole risparmio sull’imposta del prelievo unico.

 

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