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Ossevatorio Ambientale in piena attività: ecco cosa si è fatto e si sta facendo

In merito a notizie diffuse questa mattina sull’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, dal Dipartimento Ambiente si precisa che l’Osservatorio è in piena attività, che ha già prodotto risultati e che la sua finalità non è di “breve periodo”, ma articolata su un più ampio arco temporale. L’Osservatorio, infatti, non è un semplice laboratorio di analisi, ma una realtà ad elevato contenuto scientifico che deve studiare e sviluppare strutture, sistemi e servizi finalizzati ad una migliore gestione e diffusione dell’informazione ambientale. E con questi obiettivi ci si è mossi mettendo in campo una serie di attività che consentono di raccogliere dati e di valutare la qualità ambientale della val d’Agri. Le attività sono attualmente in corso, e se in qualche caso i risultati sono ancora in divenire, in altri sono già misurabili, ad esempio, con l’avvio di nuovi strumenti di monitoraggio (gestendo anche una centralina per rilevare la presenza nell’aria della frazione PM1 di particolato atmosferico), un sito pilota per i rilievi a una caratterizzazione geologica e geomorfologica dell’area (con prelievo di campioni lungo la verticale a diversa profondità), con l’utilizzo di un etalometro a lunghezza d’onda per tenere sotto controllo gli idrocarburi policiclici aromatici (misurando il contenuto della componente carboniosa degli aerosol atmosferici) e con altre attività simili che riguardano in generale il controllo della qualità dell’aria, del dissesto idrogeologico e della sismicità della zona.

Tra i progetti messi in campo vale la pena evidenziare l’accordo con l’IMAA CNR che ha permesso l’avvio di studi relativi a tre tematiche per individuare, mediante le principali metodologie e modelli in uso, le più importanti criticità ambientali presenti nell’area della Val d’Agri sviluppati dai sette ricercatori che sono al lavoro solo dallo scorso aprile nella struttura di Marsiconuovo, dopo essere stati selezionati dal Cnr. Le attività in corso riguardano anche la raccolta e l’analisi di tutti i dati che nel tempo sono stati prodotti sull’area della val d’ Agri a partire dagli studi di Agrobios e dai monitoraggi Arpab (in affiancamento ai dati forniti nel tempo dall’Eni), che a breve saranno resi disponibili e consultabili in rete. Attività, queste, condotte anche con la ricerca di elementi di riscontri terzi, quali osservazioni satellitari (effettuate sin dal 1995) che consentono di monitorare nel tempo le emissioni e sono stati elaborati i dati satellitari acquisiti in banda ottica dai sensori polari Nooa-Avhrr ed Eos-Modis, disponibili presso gli archivi dei laboratori Latas dell’Imma-Cnr e Ladsat del Dipartimento di Ingegneria e Fisica dell’Università degli Studi della Basilicata.

In parallelo si è avviata un’attività per sviluppare prodotti relativi all’informazione ed alla partecipazione pubblica in materia ambientale, realizzando un catalogo delle informazioni ambientali e costruendo un processo partecipato di valutazione e comunicazione del rischio ambientale dell’ area della Val d’Agri. Tali attività dovranno svolgersi in collaborazione e sinergia con la rete dei soggetti scientifici che hanno sottoscritto uno specifico accordo con la Regione.

E’ inoltre in fase di completamento il sito dell’Osservatorio che conterrà tutta l’informazione ambientale indispensabile per la completa conoscenza da parte del territorio dello stato del suo ambiente.

Ancora, in linea con le indicazioni del Comitato Tecnico scientifico dell’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri, che raccomanda l’attivazione di studi e collaborazioni per la valutazione dei rischi sulla salute è in fase di definizione un accordo di collaborazione per l’attuazione di un programma di ricerca “Ambiente e Salute” con l’Istituto Superiore della Sanità. Come facilmente desumibile, si tratta di attività complesse e delicate, che richiedono competenze e approfondimenti e che sono destinate a svilupparsi in continuo. Per questo stesso motivo, risultati forniti nell’arco di qualche giorno o qualche settimana altro non sarebbero potuti essere che la duplicazione di attività già effettuate o senza il necessario grado di approfondimento.

 

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