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Parco Appennino Lucano: Chiarimenti per la procedura concorsuale per l’individuazione del direttore del Parco

La procedura di selezione per l’individuazione del direttore di un parco nazionale è per sua natura complessa e articolata, e lo è tanto più oggi che cade in una fase di riordino del sistema delle norme che regolano la vita dei parchi e di aggiornamento dell’albo degli idonei all’esercizio di tale attività.

È quanto comunicano i vertici dell’Ente Parco dell’Appennino Lucano in relazione alla “grande attenzione” che alcune testate giornalistiche, e anche qualche sindaco, stanno riservando a tale procedura.

Le deliberazioni e gli avvisi emanati dall’Ente, si chiarisce, sono puntualmente supervisionate dal ministero dell’ambiente del territorio e della tutela del mare che, spesso, chiede chiarimenti, integrazioni o rettifiche. E’ accaduto così anche nel caso dell’individuazione della figura del direttore, la cui nota ministeriale, pubblicata nei giorni scorsi da alcune testate giornalistiche e presa a pretesto per ulteriori attacchi da parlamentari e sindaci, rientra nella dialettica istituzionale tra ente e ministero, il cui risultato è oggi riscontrabile nella pubblicazione di un nuovo bando per l’incarico di direttore, pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale e in scadenza a giugno, per il quale sono stati esperiti i necessari controlli ministeriali.

È da sottolineare, per comprendere il quadro delle norme in cui avviene la selezione per il Direttore dell’Ente Parco, che il decreto 143/2016 del ministero dell’ambiente del giugno 2016, ha riaperto l’albo dei Direttori dei Parchi, bloccato per troppi anni, dando anche ad altri la possibilità di iscriversi, rinnovando, in tal modo, l’elenco degli idonei a svolgere questa funzione. Va inoltre precisato che il decreto del ministero dell’ambiente n. 143/2016, che riguarda proprio l’iscrizione all’albo dei direttori di parchi, va incontro alla circostanza presente in molti enti parco in cui i direttori non erano iscritti all’albo di cui al D.M. del ’99. Tale condizione era anche quella del nostro Parco, sotto la guida dell’ex presidente Domenico Totaro, nel quale si palesava la necessità di portare a conclusione la procedura di individuazione della figura del direttore.

Per questo motivo, avendo rettificato la procedura secondo le indicazioni del ministero, si è deciso di proseguire nell’iter di pubblicazione del bando, a differenza di altri enti parco che si sono trovati nella medesima situazione e che invece hanno scelto di attendere, protraendo così la situazione di incompletezza degli organi di vertice.

Proprio al regolamento dell’albo degli idonei per l’esercizio dell’attività di direttore del Parco si è fatto riferimento nella stesura del bando, considerando la norma in base alla quale risultano iscritti all’albo i “direttori in carica e i soggetti inseriti nell’albo degli idonei all’esercizio dell’attività di direttore alla data di entrata in vigore” del decreto stesso. A tale norma si è riferita anche la terna dei nomi inviati al ministero ritenendo che essi fossero in possesso dei requisiti richiesti. Per le eccezioni sollevate al riguardo dalla nota ministeriale va anche detto che essa si riferisce all’intera rosa dei nomi all’interno della quale figuravano persone le cui posizioni, a parte l’architetto Fogliano, evidentemente non erano riconducibili al decreto 143/2016.

La nota del ministero che contesta tale impostazione, dunque, riguardava il fatto che nella terna dei nomi ci fossero persone i cui requisiti non ricadevano nella circostanza prevista.

L’intento dei vertici del Parco era quello di dare al più presto all’ente una figura di direttore nel pieno delle proprie funzioni.

Va sottolineato, a beneficio di quanti speculano su tali situazioni, che si tratta di circostanze procedurali alquanto articolate che necessitano di un confronto con gli enti superiori preposti al controllo e all’approvazione, ai quali il Parco dell’Appennino Lucano si è sempre attenuto. A tal proposito va precisato il ministero preposto ha annullato finora una percentuale molto bassa, il 7%, di delibere inviate per sorveglianza, a testimonianza del rispetto delle norme e delle procedure di amministrazione da parte di questo ente.

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