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PNRR a Lecce, Stefàno lancia il link per i Comuni con il Ministro dell’Economia e la Cabina di Regia di Palazzo Chigi

Il PNNR è un’opportunità per la ripresa del Paese ma anche l’occasione per cambiare visione e approccio alla progettualità.  È quanto emerso a Lecce all’incontro “PNNR è bene COMUNE”, prima di tre giornate organizzate dal presidente della Commissione Politiche europee, il senatore Dario Stefàno, incentrate sulle risorse del Next Generation Eu, con cui sostenere la ripresa post pandemica. Ma non solo, come ha evidenziato il ministro all’Economia Daniele Franco: “Il Next generation nasce anche per la crescita inclusiva, che per il nostro Paese significa giovani, donne e Meridione. E questo spiega perché il piano italiano assorba quasi un quarto delle risorse complessive. Il successo dell’esperimento italiano è dunque importante  anche per l’Europa”.
Sono 235 i miliardi messi a disposizione per la programmazione generale del PNRR, di cui il 37,5%  destinato alla transizione ecologica e il 31 alla digitalizzazione. I soggetti chiamati ad interpretare un protagonismo di qualità sono le amministrazioni periferiche e i Comuni.
“La commissione europea – ha sottolineato Carmine Di Nuzzo, Dirigente Ragioneria dello Stato e coordinatore PNRR – si è detta preoccupata della scelta italiana di destinare il 40% delle risorse al Mezzogiorno, nell’ipotesi in cui non dovessero esserci progettualità adeguate agli obiettivi e realizzabili nei tempi indicati. Per noi però è una priorità e faremo di tutto per aiutare le amministrazioni a presentare progetti validi e per avere le condizioni per realizzarli nei tempi”.

“Fare presto e fare bene è la ratio che ispira il piano – ha evidenziato Chiara Goretti, coordinatrice Segreteria tecnica del PNRR – ma non basta, poiché è impensabile che per stare nei tempi si presentino progetti non legati agli obiettivi. Si tratta di una governance complessa, ma deve cambiare modo di programmare le politiche pubbliche e di realizzarle poi: è un altro mondo rispetto al passato. La Cabina di regia si occuperà del coordinamento, dell’indirizzo e  dell’ impulso ed, eventualmente, dell’ attivazione di poteri sostitutivi. Occorre riflettere sui criteri di accesso ai bandi: per consentire agli enti di partecipare bene, per esempio, si potrebbe prevedere il  piano di fattibilità  prima del progetto vero e proprio”.
E sulle modalità di accesso si sono espressi il presidente nazionale di Anci, Antonio Decaro e il vice di Anci Puglia Ettore Caroppo, evidenziando la necessità per alcuni bandi di avere accesso diretto alle risorse e, soprattutto, di poter procedere con l’assunzione di professionalità che sostengano le amministrazioni locali, magari prevedendo anche delle premialità per i piccoli comuni che si aggregano e che propongano interventi contro lo spopolamento.

Il PNRR – come ha spiegato il direttore Nuzzo – prevede l’attivazione di un concorso per mille esperti per la progettazione, da destinare proprio alle amministrazioni, che potranno attingere da un elenco di professionalità selezionate da Funzione pubblica. Così come è prevista la possibilità che le amministrazioni assumano profili per la realizzazione dei progetti approvati.
L’ assegnazione diretta delle risorse, invece, appare una via impraticabile, poiché titolare degli interventi è l’amministrazione centrale.
Il ministro Franco ha sottolineato che nell’attuale fase di attuazione è importante condividere i problemi e ricercare soluzioni che consentano a tutti di attuare il piano: “ci è richiesto uno sforzo organizzativo enorme a tutti i livelli: abbiamo una PA  che ha difficoltà a progettare e a valutare i progetti e questo è un aspetto che va  modificato. Il tema è la regolarità amministrativa: chi lavora nella PA deve pensare alla sicurezza giudiziaria, ma il piano è impostato in un’ottica di obiettivi e risultati, occorre conciliare i due aspetti, la sfida è questa”.
“Il Mezzogiorno  – ha poi aggiunto Stefàno – è un tema da affrontare con una visione nuova, il PNRR è occasione anche per questo. Ma ci sono dei diritti universali di cui lo Stato deve fari carico: come il diritto alla mobilità- e dunque all’Alta Velocità per la Puglia – e alla Salute – e la pandemia ci ha dimostrato come serva una regia omogenea –  anche a costo di ricorrere ai poteri sostitutivi.

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