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Prelevati a Massafra i 64 bovini contaminati da diossina e Pcb

Sono stati prelevati dall’allevamento di Giuseppe Chiarelli, in contrada Orofino a Massafra, per essere abbattuti nel mattatoio di S.Giorgio Jonico (Taranto) 64 bovini contaminati da diossina e Pcb (policlorobifenili). L’Asl di Taranto ha emesso ordinanza di abbattimento basandosi sulle indicazioni del Tavolo tecnico regionale, a causa del bio-accumulo di inquinanti nel latte vaccino. L’allevamento del signor Chiarelli, inoltre, dista soli 10 km dall’Ilva, ed è sotto vincolo sanitario dal settembre 2013.
La presenza di livelli di diossina e Pcb fuori norma era stata già rilevata con gli esami eseguiti nel marzo dello scorso anno dall’Istituto zooprofilattico di Teramo. Al proprietario dell’allevamento la Regione Puglia anticiperà, in attesa che si individui la fonte di inquinamento, la somma di denaro (90mila euro circa) corrispondente al valore degli animali abbattuti, secondo una stima compiuta da un istituto specializzato.

Sul tema, la Coldiretti è stata abbastanza critica: “Non possiamo accettare che continuino ad essere abbattuti animali senza avere assoluta certezza circa la reale contaminazione di tutti i capi di bestiame e la causa dell’inquinamento. È un affronto al territorio tarantino ed una ferita che continua a sanguinare. Non accettiamo i giochi fatti sulla pelle del tessuto produttivo tarantino”, è stato il commento del presidente dell’organo pugliese, Gianni Cantele. “E fa specie assistere ad uno scenario in cui, se da un lato, dopo anni di denunce e allarmi rimasti inascoltati, finalmente sono stati accesi i riflettori sul disastro ambientale causato dall’Ilva, dall’altro lato si ipotizza il raddoppio dell’inceneritore di Massafra, l’Eni lavora al nuovo progetto per la centrale Enipower all’ombra del progetto ‘Tempa Rossa’ e si assiste alla trasformazione della Cementir nell’ennesima enorme discarica. Ha continuato Cantele – Chiediamo, quindi, alla Regione Puglia di decidere una volta per tutte di puntare sulla reale vocazione del territorio tarantino, individuando opportunità di sviluppo, in modo da decidere quali percorsi intraprendere per tutelare al meglio gli imprenditori agricoli e i cittadini-consumatori”.

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