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PRESENZA LUCANA” – 25° Anno

E’ nata per “I Venerdì Culturali di Presenza Lucana” una nuova cartella “Tesi di laurea Over” dedicata ai laureati, di ogni età, che potranno “spolverare” la loro tesi, “datata”, e presentarla a un’attenta platea. Questa cartella va ad aggiungersi alle tante presentate dall’Associazione nell’arco dei venticinque anni di attività nella nostra città. Sono molti i risultati che, con la presentazione del nuovo studio, Presenza Lucana spera di ottenere. Uno dei tanti è la ricostruzione della situazione storica, sociale ed economica del periodo in cui la tesi è stata presentata, sia a livello nazionale e sia a quella della città sede dello studio stesso.
Moltissime sono le tesi che potrebbero portare in auge un periodo, una storia che, come un carteggio, può far rivivere immagini di un tempo passato.
Studi particolari, come ad esempio una Tesi sul Premio Taranto, che portarono nella nostra città i maggiori letterati italiani. Una tesi sull’ambiente nel periodo del raddoppio dell’Italsider utile per comprendere quale fosse lo stato della nostra città e le conoscenze acquisite, nella seconda parte degli anni cinquanta, su questa materia. Uno studio sull’emigrazione degli anni 50-60.
Naturalmente chi scrive suggerisce dei messaggi per favorire i lettori a trovare degli spunti che potrebbero essere utili per riprendere la propria tesi dal proprio archivio casalingo. Per un contatto, che possa essere utile, è importante che il laureato, di qualsiasi età e provenienza, si metta in contatto con Presenza Lucana al numero 338 4945141.
Ieri il percorso della prima Tesi di laurea over è iniziato con uno studio conseguito presso l’Università del Salento, Facoltà di Beni Culturali, dal dott. Nicola Fasano nell’Anno Accademico 2006/2007, dal titolo: Dipinti di ambito napoletano del ‘600/’700 nel tarantino.
E’ stato importante ascoltare la tesi poiché, con essa, ognuno dei presenti, anche tramite la proiezione delle immagini dei quadri ha fatto un viaggio attraverso il tempo e il nostro territorio formato dalle tele ubicate nelle chiese della diocesi di Taranto.
E’ importante sapere il perché della nascita di questa tesi.
Nel 2004 uscì un opuscoletto dedicato ai dipinti napoletani a Taranto. Questo è stato lo spunto offerto all’autore per compiere uno studio completo sui dipinti.
della Diocesi tarantina, di maggior pregio. La diocesi di Taranto è una delle più ricche poiché arcivescovi e cardinali, che non conoscevano Taranto, possedevano ricchezze e avevano conoscenze, in materia artistica, tali da potersi permettere di chiamare i maggiori pittori napoletani. Così per affrescare la volta del cappellone di San Cataldo fu chiamato Paolo De Matteis definito dal filosofo Cooper “il più grande pittore italiano”. Quadri del pittore cilentano sono esposti nei più grandi musei del mondo.
Oltre alla volta del Duomo, altre opere di De Matteis si trovano nella nostra provincia, tra queste la tela de “La Visitazione” del 1718. Il compenso per l’affresco del cappellone del Duomo di San Cataldo, fu di quattromila e cinquecento ducati.
E’ da ricordare che l’arcivescovo Mastrilli commissionò 12 statue al famoso scultore napoletano Giuseppe Sanmartino, autore del “Cristo velato” giacente a Napoli e meta di migliaia di turisti da tutto il mondo.
Nel Novecento la Diocesi ha perso altre testimonianze di pitture di qualità sia per opera di abbattimento, come accaduto alla Chiesa di San Giovanni Battista, alla fine degli anni trenta, e che si trovava nelle vicinanze della Chiesa di San Domenico, ma sia per furto.
Un’altra opera, l’unica esistente a Grottaglie del grande Francesco Solimena, secondo studi di Rosario Quaranta e Silvano Trevisani, fu trafugata nel 1940.
Tante furono opere che seguirono la stessa sorte di San Ciro.
Nella tesi presentata Fasano ha seguito una corretta disposizione illustrando le pitture in ordine di tempo. Così, inizialmente, sono state proiettate tele del naturalismo caravaggesco, mediato da Jusepe De Ribera e presente a Taranto con i fratelli Fracanzano e Paolo Finoglio. Dopo decenni di stasi è nel Settecento che la pittura napoletana filtra maggiormente nel territorio ionico con giordaneschi quali Malinconico, Cenatiempo, Lama e, in seguito, con i solimeneschi i maggiori dei quali sono stati Leonardo Olivieri e Corrado Giaquinto.
Nella sua permanenza a Taranto De Matteis ha influenzato la scuola pittorica locale e Corrado Giaquinto ha avuto in Domenico Carella un allievo fedele e, a tratti, discontinuo.
In conclusione della tesi sono stati presentati quadri della Collezione Ricciardi, sempre di scuola napoletana, esposti presso il Museo Archeologico di Taranto.
Nicola Fasano dal 2012 è vicepresidente della cooperativa “Custodes Artis” che gestisce alcuni servizi del Museo Diocesano di Taranto (Mudi).
Nel 2013 ha curato la guida del Museo Diocesano di Taranto. A breve uscirà il catalogo dello stesso Museo con schede sulle opere curate da lui e un volume collettaneo sull’arcivescovo Giuseppe Capecelatro con un suo saggio.
Ottimo l’inizio della nuova cartella “Tesi di laurea over” di Presenza Lucana. Si attendono altre tesi.
Michele Santoro

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